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​Minacce e insulti, la reazione delle georgiane «Siamo spaventate, abbiamo subito una violenza»

Nicola Palmiotto
La villa comunale
La preoccupazione delle 30 donne prese di mira da un gruppo di ragazzi: «Non facciamo niente di male, siamo qui per lavorare». Sinistra Italiana studia un'iniziativa di sostegno alla comunità
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È successo tutto nell’ultimo mese, dicono. Hanno cominciato con gli insulti, poi sono passati agli sputi. La sera di mercoledì scorso sono arrivate anche le pietre. A tirarle – sostengono le vittime – c’erano sei o sette ragazzi, forse poco più che teenager, con il cappuccio della felpa calato sulla testa. Nel mirino c’erano alcune donne georgiane che vivono e lavorano in città, che si intrattenevano, come fanno abitualmente, in un angolo della villa comunale, quello nei pressi del cancello di via Dante vicino al parco giochi. «Non era mai successo prima – racconta Katia a Giovinazzo da 10 anni -, questa è una città tranquilla, non abbiamo mai avuto problemi. Dei giovinazzesi non possiamo dire niente di male».

È sabato sera, fa freddo e piove. Loro, le circa 30 donne che compongono la comunità georgiana di Giovinazzo, sono ancora in villa, strette in un capannello durante le due ore di permesso che si ritagliano nell’arco della giornata di lavoro. «Veniamo qui per stare tra noi e parlare nella nostra lingua, non facciamo niente di male», aggiungono. Lo fanno d’estate, quando i bambini affollano l’area giochi, lo fanno d’inverno, quando in villa non c’è anima viva. Ma vedere un volto amico serve a lenire i dispiaceri di una vita di sacrifici lontana da casa. «Siamo qui per lavorare, ma quello che proviamo stando lontani dai nostri cari non si può spiegare con le parole», dice con un filo di voce Maia.

Sono passati già alcuni giorni ma non è facile dimenticare quello che è accaduto: «Ci sentiamo spaventate, abbiamo subito una violenza – spiegano senza troppi giri di parole -. Forse questi ragazzi ci vogliono allontanare perché credono che la nostra presenza possa dar loro fastidio, ma a noi non interessa quello che fanno, abbiamo già i nostri problemi. Vogliamo solo stare un po’ insieme».

Sono donne di 45-50 anni, ce n’è qualcuna più giovane e qualcuna meno. Sono in Italia da almeno 3-4 anni, ma c’è pure chi è arrivata qui molto prima. Dicono che episodi simili non li hanno mai sentiti, nemmeno dalle connazionali che lavorano nelle altre città: «Vogliamo un po’ di rispetto. Tra di noi ci sono un avvocato, alcune sono laureate, il nostro è un popolo con una grande cultura. Come è possibile che dei ragazzi arrivino a insultare e sputare delle donne molto più grandi di loro», si chiedono.

Una spiegazione purtroppo non c’è. Se non il fatto che oggi ovunque per i migranti tiri una brutta aria e che gli spifferi evidentemente arrivano pure a Giovinazzo, tanto che perfino dei ragazzini si sentono in diritto di prendersela con chi non ha nessuna colpa, se non forse quella di essere uno straniero. «Ci auguriamo – è l’auspicio delle donne georgiane – che le forze dell’ordine facciano qualche passaggio di più in villa. Perché noi potremo anche andarcene in un altro posto ma poi magari vengono a infastidirci pure lì».

LE INIZIATIVE A SOSTEGNO «La situazione della comunità georgiana ci ha allarmato sin dalle prime avvisaglie – afferma Tommi Bonvino, segretario cittadino di Sinistra Italiana, il partito che per primo ha portato alla ribalta quanto accaduto -. Si tratta di un fatto preoccupante e inedito, vista la storica vocazione della nostra città, da sempre tesa all’accoglienza e all’integrazione dei migranti. Abbiamo intenzione di organizzare a breve alcune iniziative per manifestare anche concretamente il nostro supporto alle vittime di queste aggressioni, che vogliamo sperare siano frutto più dell’ignoranza e della disinformazione dilagante che di un vero disegno razzista. In questo speriamo di essere seguiti da tutta la comunità accogliente di Giovinazzo».

domenica 10 Dicembre 2017

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Marco Spada
Marco Spada
6 anni fa

Qell' area della villa viene usata da ragazzi che si rilassano con il metodo”Bob Marley” quindi cercano di intimidire per stare in pace. Se ogni tanto passasse qualcuno forse andrebbe meglio. Questi ragazzi spesso sono strafottenti e danneggiano i giochi che dovrebbero essere dei bambini.
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