Politica

Il consiglio di Stato dà ragione a Daniele de Gennaro

La Redazione
I consiglieri di PrimaVera Alternativa e Per de Gennaro Sindaco
L'accesso agli atti è costato 10mila euro alle casse del Comune
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La richiesta di accesso agli atti non evasa per tempo, il ricorso al Tar e poi la sentenza del Consiglio di Stato. Si può riassumere così la vicenda cominciata a giugno dello scorso anno, che ha visto protagonista il Consigliere comunale Daniele de Gennaro e che riguardava la richiesta di poter consultare atti che sarebbero dovuti essere accessibili ai consiglieri comunali. Atti che, in questo caso, riguardavano alla documentazione secondo la quale la giunta comunale aveva espresso il proprio gradimento «a un non meglio precisato progetto di rigenerazione dell’area industriale delle ex Afp». Documentazione che dapprima fu negata al consigliere de Gennaro, nonostante la sua formale richiesta, e poi concessa. Ma solo dopo che lo stesso consigliere si era rivolto al Tribunale amministrativo regionale per avere conto del mancato invio per tempo degli atti richiesti. Il Tar dato torto a de Gennaro, adducendo come motivazione il fatto che comunque il consigliere aveva potuto accedere a quegli atti. Ma, quello che secondo de Gennaro era un colpevole ritardo, lo convinse a ricorrere ancora, come da prassi al Consiglio di Stato. E dopo un anno e mezzo è arrivata la sentenza. «Il Consiglio di Stato -si legge nel comunicato diffuso da Primavera alternativa – accogliendo l’appello di Daniele de Gennaro, ha messo fine a questo indegno teatrino, che ha visto coinvolta anche la massima assise cittadina, ristabilendo il sacrosanto diritto di democrazia secondo cui la mancata o tardiva consegna della documentazione diventa un atto lesivo delle prerogative di un consigliere comunale e, più in generale, dei cittadini». Il gruppo politico esprime tutta l’amarezza per una vicenda i cui contorni sono stati di disprezzo delle regole «più volte reiterato nei confronti delle opposizioni oltreché aver costretto un cittadino ad approdare fino al Consiglio di Stato per far valere un diritto basilare di democrazia». L’intera vicenda costerà alle casse del comune oltre 10mila euro, per compensi legali da corrispondere al difensore dell’Ente. «C’è anche la consapevolezza che i diritti non possano essere calpestati e vadano difesi strenuamente – si legge nel comunicato – E PrimaVera Alternativa e Daniele de Gennaro con questo giudizio hanno inteso difendere tutti i cittadini, affinché soprusi ed angherie come quelle perpetrate nei loro confronti non abbiano mai più a ripetersi. Giustizia è fatta».

martedì 27 Ottobre 2020

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