Politica

Se le ragioni del «si» al referendum sono solo epiteti

Mino Ciocia
Mino Ciocia
Referendum Costituzionale
Se dici «no» sei un venduto
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Giornaletto di paesello. Così un lettore, bontà sua, ha definito Giovinazzolive. Giornaletto di paesello che secondo quanto scrive non ha la stessa dignità di qualche testata piùnblasonata, magari che ha fatto «endorsement»ncirca l’intenzione di voto al referendum. Come se a loro, i blasonati, ènconcesso, al giornaletto del paesello, qualora volesse farlo, no. Al di la dinquesto, le nostre pagine hanno ospitato, la firma è autorevole,

una opinione, unanintenzione, una volontà di voto, che a quanto pare non è gradita a molti deincommentatori. Lettori, ma anche elettori, che, invitati a esprimere la loro opinionenmotivata (abbiamo aperto le nostre pagine ai loro interventi) hanno preferito o fare un passo indietro, o peggio, apostrofarcincome venduti o meglio «comprati». Perché ai giorni d’oggi si sa, qualsiasinopinione che differisce da chi la legge, diventa terreno di scontro. Potenza dinFacebook, la nuova stella polare, che concede a chiunque di esprimersi come meglio crede. E lo concedenanche la nostra Costituzione. Per questo lasciamo intonsi i commenti ai nostri articoli anche a chi ci critica e contesta. E’ quella stessa Costituzione che il referendum innquestione vuole modificare. Se ne sono accorti di questo quegli attenti lettorinche sanno bene come apostrofare chiunque la pensi diversamente da loro, fossenanche un giornale? Si rendono conto che con il voto referendario potrebbencambiare la rappresentatività, in una democrazia rappresentativa quale è lannostra? Evidentemente sono argomenti troppo difficili da trattare, su cui aprire un dibattito, e allora giùncon commenti del tipo «che serietà, professionalità, imparzialità». Con questenpremesse i nostri affezionati lettori, quelli che ci hanno accusato dinparzialità o di essere stati comprati, sononin grado di indicarci qualcuno che voglia esprimere una tesi compiuta a favorendel «si» al referendum? Purché non sia del tipo «sono troppi, la casta, ladri,ncorrotti, ecc». Perché, cari lettori, non sarà un referendum a eliminare lancorruzione in politica, piuttosto potrà farlo un voto meditato e ragionato. Sempre.nNon solo il 20 e 21 settembre. Per la cronaca, parte degli stessi promotori della legge sul taglio dei Parlamentari e Senatori già approvata nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama, stanno esprimendo dubbi su quanto hanno votato.
Noi nel frattempo continuiamo a cercare chinvoglia regalarci un testo con le ragioni del «si». E pazienza per i commentindi così alto profilo che abbiamo ricevuto.

martedì 1 Settembre 2020

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Franco
Franco
3 anni fa

Il profilo del SI è bassissimo sia nei militanti, pochi e senza motivazioni spendibili che nei promotori, che non si presentano neppure alle tribune referendarie in tv. Mi sa che aspetteremo invano la loro voce, dove non sia un urlo.

Marco
Marco
3 anni fa

Ora anche Giorgia Meloni ha dichiarato: “abbiamo votato il taglio i ma ora c'è il referendum, facciamo mezzo passo indietro, ci dicano i cittadini cosa vogliono”. In pratica libertà di vioto per milioni di suoi elettori.

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