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Il primo passo per la rigenerazione dell’Ive è compiuto

Mino Ciocia
Mino Ciocia
Istituto Vittorio Emanuele II
Presentato il piano di fattibilità: Lavoro, Formazione, Cultura le direttrici
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«Non è un progetto virtuale, è un progetto virtuoso». Ad affermarlo è stato Nicola De Matteo, delegato della città Metropolitana per l’Istituto Vittorio Emanuele, che per l’occasione ha rappresentato il sindaco metropolitano Antonio Decaro, alla presentazione del piano di rigenerazione urbana del grande immobile. Un piano di fattibilità, più che un progetto, redatto dall’ingegner Vitangelo Bavaro e dall’architetto Claudia Minervini, che è stato posto all’attenzione innanzitutto della Regione, e del Miur, il Ministero per l’istruzione e la ricerca universitaria. Come ha sottolineato Giuseppe Garofalo, ingegnere di Asset Puglia, l’agenzia che ha commissionato lo studio dell’immobile, il piano si muove su tre assi: quello della formazione, quello del lavoro e quello della cultura. Tre diversi assetti che avrebbero un solido collegamento tra loro, grazie alla capacità del Vittorio Emanuele forte dei suoi 21 mila metri quadri, di cui 16 mila coperti, è capace di poter offrire molteplici soluzioni di utilizzo. A cominciare appunto da quello della formazione. Sarebbero in corso già contatti con «Indire», l’agenzia del Miur che si occupa di formazione, usare parte dell’immobile per gli scopi propri di quella agenzia. Per quanto riguarda la cultura esisterebbe la possibilità di trasferire a Giovinazzo e nell’Ive parte della Pinacoteca metropolitana. Una possibilità concreta come ha affermato lo stesso De Matteo, che lascerebbe comunque spazi a mostre concerti convegni, sia all’aperto che al chiuso, non rinunciando quindi a quel contenitore che l’Istituto è stato per la città. Infine il lavoro. L’idea progettuale sarebbe quella di ospitare attività economiche a servizio dell’intero progetto. Luoghi di ristoro ad esempio che rappresenterebbero economie utili allo stesso Ive. Perché, come ha voluto ribadire Garofalo, l’intero progetto è studiato perché si autofinanzi. Inoltre il piano prevede anche la realizzazione di una foresteria capace di ospitare 30 posti letto, 12 in stanze singole, 18 in stanze doppie.«Il piano – ha affermato il sindaco Tommaso Depalma – è frutto di forte determinazione e di un lavoro sinergico realizzato negli anni con la Regione e la Città Metropolitana. Secondo la nostra visione il Vittorio Emanuele merita di andare oltre le mura cittadine. Può diventare un punto di riferimento regionale. Oggi avviamo un percorso che sarà lungo e complesso. Lo abbiamo avviato e questo per noi è importante». «L’importante – ha affermato il presidente di Asset Puglia, Elio Sannicandro – è adesso immaginare come possa essere gestito l’intero immobile». A confortare Sannicandro c’è il tavolo che si è formato con la Regione, il Miur, l’Università di Bari, oltre che il Comune e la Città Metropolitana, che hanno espresso idee «che sono diventate sintesi nel progetto di Asset». La conclusione è stata affidata al presidente della Regione Michele Emiliano. «L’idea è quella di inserire l’Ive in un circuito più vasto che abbraccia tutta la Regione che sia attrattivo per chi ci viene a trovare – ha affermato – e il contenitore potrebbe arrivare a cambiare la percezione non solo di chi è fuori , ma anche per chi qui vive. Sarebbe un segno identificativo per Giovinazzo, un segno di architettura che ha un significato». All’incontro ha partecipato anche una delegazione dell’associazione «Quelli dell’Ive» composta da chi ha vissuto all’interno dell’istituto. Per loro fondamentale è custodire la storia del Vittorio Emanuele, per questo chiedono un luogo al suo interno dove poter essere rappresentati e presenti. Intanto la Città metropolitana nel suo bilancio ha postato 300mila euro per mettere in sicurezza le facciate dell’immobile e arrivare quindi a togliere le transenne che ancora ne deturpano la visione.

mercoledì 12 Agosto 2020

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