Politica

​Francesca Galizia un anno dopo «Contenti per le cose fatte. Il calo M5S? I risultati arriveranno»

Nicola Palmiotto
L'onorevole Francesca Galizia
«Esperienza prestigiosa e impegno gravoso». Le débâcle elettorali: «C'è un limite alla nostra organizzazione territoriale». Ilva e Tap: «Scelta migliore nella situazione peggiore» Su Giovinazzo: «Depalma mi chiami al telefono»
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«La mia vita è stata completamente stravolta. È senza dubbio una esperienza molto prestigiosa, ma anche un impegno gravoso: al lavoro in Parlamento si aggiunge quello che svolgiamo sul territorio». Francesca Galizia descrive così la vita da parlamentare della Repubblica, dodici mesi dopo un’elezione praticamente plebiscitaria, anche se oggi per il Movimento 5 Stelle lo scenario sembra completamente diverso.

Marco Travaglio lo ha detto brutalmente: dalle stelle alle stalle. Cos’è cambiato in questi 12 mesi di Governo e che aria si respira a Roma?

«L’opinione di Travaglio è stata espressa su una questione legata a Salvini. A Roma non è cambiato niente, anzi c’è molta contentezza per le cose che abbiamo portato a casa: reddito di cittadinanza e quota 100, che volevamo pure noi; abbiamo incassato la riforma costituzionale per il referendum propositivo che era una nostra battaglia. Lo “Spazzacorrotti” è roba nostra, il taglio dei vitalizi, Il decreto dignità: queste cose non ce le dobbiamo dimenticare. Le nostre sono iniziative a lungo termine, la gente forse non se ne accorge immediatamente, perché i frutti arrivano dopo un po’ di tempo».

Nel frattempo sono sotto gli occhi di tutti le débacle elettorali in Abruzzo e Sardegna: siete preoccupati? Cos’è che secondo lei non ha funzionato?

«Io non mischierei la politica nazionale con quella locale. Non c’è da essere preoccupati, come ho detto prima i risultati si vedranno a breve. Ma vanno fatte riflessioni su come si è condotta la compagna elettorale e sull’organizzazione del Movimento. Come ha detto lo stesso Di Maio si cominciano a notare le criticità legate alla nostra organizzazione sul territorio. Alle regionali o alle comunali difficilmente si vota qualcuno sulla base di un programma, ma si vota la persona che si conosce. Per risolvere i limiti organizzativi sui territori alcuni di noi propongono un’apertura alle liste civiche, altri dicono di no. Io non so quale sia la soluzione, ne discuteremo in un incontro con Di Maio».

Però la Lega e Salvini, vostro alleato di Governo, continuano a crescere. Lei che opinione si è fatta?

«Loro parlano alla pancia della gente, i cittadini italiani sono arrabbiati per molte cose. La gente però ha anche una memoria corta: non bisogna dimenticare che con Berlusconi ha governato anche la Lega, sembrano il nuovo che avanza, ma non è così. Penso a quanto accade nei territori: stanno assoldando gente che sta in politica da anni e che si ricicla ma che ha pure un grosso radicamento: questo permette alla Lega di partire una marcia in più. Senza dimenticare l’ascendente che hanno su tematiche come l’immigrazione. Gli italiani non sono un Paese di razzisti ma la gente vuole una politica migratoria un po’ più rigida che non significa essere razzisti. In effetti né l’Italia né L’Europa hanno avuto una politica a riguardo: abbiamo fatto un’Europa monetaria, abbiamo pensato al commercio ma abbiamo tralasciato la politica estera, la politica migratoria, quella sociale o quella fiscale».

A proposito di immigrazione, lei cosa ha votato sulla vicenda “Diciotti”?

«Bisognava difendere le scelte del Governo. Sia chiaro non abbiamo votato per l’immunità a Salvini e abbiamo accettato la scelta della base».

Ma non crede che questa scelta possa avere scontentato qualcuno del vostro elettorato?

«Sicuramente c’è una fetta di elettorato che è rimasta scontenta. Però va valutato bene questo 40%: secondo me tra di noi sono pochi quelli che la pensano così. Sappiamo bene che se andiamo avanti i vantaggi saranno molti di più. Poi c’è anche una questione di coerenza: dobbiamo lavorare sul programma voluto dai cittadini e alla scadenza del mandato saremo valutati. Infine è anche una questione di tempi: non puoi dire a un imbianchino dopo una settimana “hai fatto solo una parete” se il suo lavoro dura sei mesi. Noi siamo arrivati con le urgenze da risolvere, abbiamo dovuto pensare prima a quelle».

Nemmeno in Puglia, se pensiamo a Ilva, Tap e, per certi versi, alle trivelle è stato tutto rose e fiori.

«C’è una fetta radicale che è rimasta scontenta, vedi l’Ilva. Ma anche qui è tutto legato alla prospettiva con cui si vedono le cose. Io in campagna elettorale non ho mai parlato di chiusura dello stabilimento; abbiamo dovuto fare una scelta, la migliore nella peggiore delle situazioni perché gli accordi erano stati presi. Abbiamo chiesto maggior tutela per l’ambiente e posso assicurare che i nostri deputati tarantini stanno lavorando per le esigenze del territorio. Lo stesso vale per Tap, ormai i giochi erano fatti. Su altre cose, come le trivellazioni, siamo potuti intervenire».

Anche Giovinazzo ha le sue spine: Pva, che al suo interno ha una parte di simpatizzanti M5S, molto probabilmente alle regionali appoggerà il candidato del centrosinistra.

«Con Pva ho sempre un dialogo aperto. Ma ritengo ovvia e corrente con la loro linea la scelta di schierarsi con il centrosinistra. Anche perché, così come stanno le cose adesso, non avrebbero spazio nel Movimento. Non siamo ancora aperti alle civiche».

E poi c’è il sindaco Depalma che ogni tanto richiama i deputati del territorio: la questione dello sblocco fondi sul rischio idrogeologico, ma c’è anche il cavalcaferrovia di via Daconto.

«Depalma mi richiama sui giornali ma una telefonata ogni tanto me la può anche fare. Anche perché io rispondo a tutti e poi l’ho sempre detto: da parte mia c’è sempre massima disponibilità. Sul cavalcaferrovia stiamo sbloccando dei finanziamenti, i tempi sono un po’ più lenti ma i fondi ci sono. Io sto seguendo la questione da vicino. Per il dissesto idrogeologico il Governo ha sbloccato delle risorse il 20 febbraio scorso. Inoltre con il Ministro Lezzi stiamo ragionando su un intervento più organico per tutto il Paese utilizzando i i fondi europei».

Quali giudica le iniziative più importanti durante il suo mandato?

«Sto lavorando sul riordino del settore pesca e della Polizia Locale: è da circa 30 anni che non si legifera in materia, mi pare un abominio. Si tratta di due proposte di legge che calendarizzeremo a breve. Inoltre sto lavorando, in sinergia con Barbara Lezzi, sulla questione del reddito di cittadinanza; mi sono occupata delle Zes: abbiamo fatto un’interpellanza per capire come funzioneranno e perché vogliamo che sia snellito l’iter per l’accesso. Per esempio Giovinazzo al momento è fuori dalle Zes ma potrebbe esserci la possibilità di rientrarvi in un secondo momento. Inoltre stiamo portando avanti progetti per lo sviluppo del meridione come “Resto al Sud”, che sarà ampliato fino ai 46enni, e consentirà di accedere al fondo per avviare un’attività propria. Inoltre ci saranno incentivi alle imprese che assumono i percettori del reddito di cittadinanza. C’è stata una polemica perché Giovinazzo non rientra nei fondi destinati ai comuni più piccoli: è vero ma oltre a quelli già citati ricordo anche che ci sono fondi stanziati per 111 milioni di euro per le aree metropolitane».

Quindi è logico dedurre che anche l’impegno futuro sarà destinato a lavoro e sviluppo?

«Sono in una commissione trasversale quella delle politiche Ue, sotto gli occhi mi passa di tutto in materia di fondi e finanziamenti. Poi a breve ci sono le elezioni europee e sarò impegnata sia per il programma che in campagna elettorale».

mercoledì 27 Febbraio 2019

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