Politica

La sicurezza non è solo repressione, è soprattutto prevenzione e formazione

La Redazione
Maria Rosaria Pugliese e la sicurezza
Maria Rosaria Pugliese: «per recuperare il senso di libertà che i reati predatori ci tolgono»
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Prevenzione, formazione. Sono due parole chiave che, secondo Maria Rosaria Pugliese, sono fondamentali per combattere i fenomeni criminali che attraversano anche Giovinazzo. La Candidata sindaca ne è convinta, per la sua esperienza di dirigente scolastica, di chi è abituata a «governare» una comunità con tutte le più svariate sensibilità, per la sua vita vissuta come cittadina rimasta vittima di furti. La repressione, invocata da molti non è sufficiente, anzi è una voce marginale nella richiesta di sicurezza. Intorno a questi temi si è svolta ieri sera la conferenza che ha visto protagonista la Pugliese insieme al criminologo Domenico Mortellaro, al componente della Commissione antimafia l’onorevole Paolo Lattanzio e la candidata al Consiglio Comunale Simona Drago. Punto di partenza i dati che riguardano Giovinazzo: lo spaccio di sostanze stupefacenti (a Giovinazzo un milione e mezzo netti l’anno prima della pandemia, fino a 75mila euro a settimana durante e dopo la crisi sanitaria), i reati predatori, come furti d’auto, in appartamento, aggressioni, scippi (decine a settimana). Reati che, come ha detto la Pugliese, hanno come conseguenza «non solo la perdita di valore economico, ma soprattutto il senso di libertà». Come ovviare a tutto questo? Le proposte della candidata Drago, vanno da un sistema integrato di videosorveglianza tra le telecamere pubbliche e private, a un più consistente controllo di tutto il territorio, compreso l’agro giovinazzese, con il potenziamento del consorzio guardie campestri, se non con la presenza dei Carabinieri Forestali. Per l’onorevole Lattanzio una delle strade possibili da percorrere sul tema della sicurezza, è quella di accorpare l’assessorato all’istruzione, alla cultura e alla legalità. «Dove è stato fatto – ha detto – ci sono stati dei risultati». «La scuola – ha incalzato la Pugliese – è la seconda agenzia educativa – bisogna partire da lì per educare i giovani alla legalità. E poi la presenza e la visibilità di chi è preposto alla nostra sicurezza, la polizia locale per esempio, diventa un fondamentale deterrente nei confronti di chi ha intenzioni predatorie». Un sistema di videosorveglianza efficace alle volte non basta. La differenza la può fare anche il rapporto di buon vicinato, l’aiuto reciproco. Incentivato, ha dato i suoi frutti là dove è stato sperimentato.  Insomma le ricette per garantire sicurezza ai cittadini, non sono poi così complicate. Ci sono azioni immediate da mettere in campo, come un efficace sistema di video sorveglianza o il presidio del territorio, e ci sono azioni più a lungo temine come la formazione che porta alla prevenzione. In quest’ultimo caso sono chiamati tutti a concorrere, sono chiamai i singoli che devono avere il coraggio di denunciare, sono chiamate le associazioni che possono mettere in campo iniziative concrete a favore della educazione alla legalità. 

lunedì 16 Maggio 2022

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