Politica

«Dignità non impunità» è quanto i sindaci italiani chiedono alla politica nazionale

La Redazione
I sindaci d'Italia manifestano a Roma
Alla manifestazione di Roma del 7 luglio, era presente anche Depalma
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Seicento sindaci di tutta Italia. E tra essi anche Tommaso Depalma. Erano a Roma il 7 luglio per una manifestazione, organizzata dall’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, per chiedere più dignità e più tutele per chi veste la Fascia Tricolore.

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«Rischiamo di essere indagati per ogni atto firmato o non firmato – ha dichiarato Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci – Non siamo venuti a lamentarci ma a costituirci. Siamo rei confessi e il nostro reato è fare il nostro mestiere di sindaci. Ho portato l’arma del delitto, è una penna che ho tenuto nella bustina, come accade per i reperti. Con questa ogni giorno firmiamo decine di atti e corriamo dei rischi: se firmi rischi abuso d’ufficio, se non firmi rischi l’omissione di atti d’ufficio». Le dichiarazioni di Decaro si riferiscono a quanto i sindaci italiani siano esposti nel loro lavoro istituzionale. Attenti alle leggi e ai regolamenti, ma pur sempre responsabili di atti che possono essere impugnati, o peggio, indagati. «Non vogliamo immunità o impunità – ha affermato ancora Decaro – vogliamo essere giudicati per le nostre responsabilità ma purtroppo non è così perché oggi, per come si sono create le condizioni nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, i sindaci sembra siano diventati responsabili di qualsiasi cosa accada nella propria comunità e non è possibile. Chiediamo rispetto per il ruolo dei sindaci e per la loro dignità, lo facciamo per noi e per chi verrà dopo di noi».

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Una delegazione di primi cittadini è stata ricevuta a Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove sono state espresse tutte le istanze degli amministratori locali. Istanze che dovrebbero rientrare nella riforma della giustizia attualmente in discussione. I sindaci hanno consegnato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un documento approvato dall’assemblea dei primi cittadini, attraverso il quale chiedono «non scudi penali ma semplificazioni per il bene dei cittadini».

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La manifestazione romana è stata anche l’occasione, per i sindaci della rete dei sindaci del «Recovery sud» per rappresentare la loro disapprovazione sulla ripartizione dei fondi che saranno messi a disposizione dal Piano di rinascita e resilienza che non ha tenuto in debita considerazione le proposte e le istanze dei territori del sud Italia. «Una ennesima beffa ai danni dei comuni meridionali già impoveriti da anni di politiche i ispirazione federalista che hanno svuotato le piante organiche dei comuni, e senza personale che possa redigere e attuare i progetti da presentare», ha dichiarato il coordinatore della rete e sindaco di Acquaviva delle Fonti. 

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venerdì 9 Luglio 2021

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