Politica

Arbore: «sono estraneo a quanto mi viene contestato»

Mino Ciocia
Mino Ciocia
Il presidente del consiglio comunale Alfonso Arbore
In apertura del Consiglio comunale il presidente fa sentire la sua voce
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Solidarietà al presidente del Consiglio comunale Alfonso Arbore. L’hanno espressa tutti i gruppi politici presenti nella massima assise cittadina dopo che lo stesso Arbore ha voluto chiarire la sua posizione a seguito delle notizie apparse sulla stampa non solo locale circa un suo coinvolgimento in una vicenda legata al voto di scambio. «Sono estraneo a tutto quanto mi viene contestato», ha dichiarato, chiedendo anche a tutti di abbassare i toni non solo sulla sua vicenda, ma più in generale sui modi di portare avanti le questioni politiche. 

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Arbore è stato tirato in ballo da un collaboratore di giustizia, Michele Giangaspero, in non meglio precisate elezioni regionali e comunali. Le sue dichiarazioni seguono le sentenze emesse dalla cassazione e quindi definitive, a carico di soggetti che avrebbero portato voti per le regionali del 2015 all’allora candidato Mariella. La stessa sentenza indicava in Giovinazzo, una piazza dove parte di quei voti furono comprati dagli esponenti del clan Dicosola. Lasciando intendere anche di un diverso filone d’indagine. Su quella vicenda il vice sindaco Michele Sollecito e poi anche il sindaco Tommaso Depalma gridarono alla vergogna nei confronti di chi si era lasciato «comprare». 

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Proprio quella presa di posizione ha fatto dire al Comitato per la salute pubblica: «Può il Consiglio comunale e il complesso delle istituzioni comunali funzionare tranquillamente in simili frangenti, con simili accuse per aria? Può Giovinazzo attendere chiarimenti futuri? O c’è bisogno già oggi di atti limpidi che intanto segnino una demarcazione netta tra vicenda politico-amministrativa e cronaca giudiziaria?». Una presa di posizione politica, non certo indirizzata alla persona come si è voluto far credere. Il collaboratore di giustizia Giangaspero ha più volte dato prova di non essere affidabile. Lo si evince dalla confusione che fa raccontando di più vicende elettorali, collocandole in tempi diversi da quelli che realmente si sono succeduti. 

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Anche «Repubblica», il quotidiano che ha lanciato la notizia mette Arbore per così dire, in secondo piano. Dalle dichiarazioni riportate lo colloca come affittuario di un locale servito come comitato elettorale che non era certamente una sala giochi dove si riscuotevano i proventi di un non ben altro precisato traffico di stupefacenti. Ma tanto è bastato a sollevare l’indignazione. Vedere il proprio nome apparire in un fatto di cronaca, non è certamente piacevole, anzi. Così come immaginiamo non si ha la mente lucida per capire fino in fondo quanto scritto. Ed è naturale che possano arrivare minacce di querela e di risarcimento danni a tutela della propria persona, concordando le azioni con i legali di fiducia, con toni alti e persino minacciosi. 

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Minacce che sono sfumate non appena la stessa «Repubblica» ha raccolto le dichiarazioni dei legali sulla vicenda. Non c’è più traccia di querele e richieste di risarcimento danni nelle dichiarazioni, ma solo il dito puntato contro il collaboratore di giustizia. E il giornalista che ha diffuso la notizia? Arbore, con una caduta di stile probabilmente dettata dal sentimento del momento, lo ha definito «giornalaio» non immaginando che un appellativo del genere possa essere lesivo per un professionista non meno di quanto il presidente del consiglio si sia potuto sentire leso. 

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Quel che è peggio, nonostante l’appello ad abbassare i toni rivolto da Arbore all’assemblea, ribadito da Ruggero Iannone e da Giovanni Camporeale, il sindaco Depalma ha rincarato la dose. E così il «giornalaio» è diventato «pennivendolo», coloro che seguono le vicende politiche da semplici cittadini sono «sciacalli e fannulloni», i magistrati che seguono il caso sono «sub magistrati». E se anche tutte le persone tirate in ballo, non si è fatto alcun nome ma gli obiettivi sono chiari, dovessero querelare e chiedere risarcimenti danni a tutela della loro onorabilità, come finirebbe?  

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mercoledì 31 Marzo 2021

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