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I sindaci delle città del Sud in rete scrivono alla Camera per chiedere il rilancio del Meridione

La Redazione
Sindaci
Tra i firmatari anche Tommaso Depalma: «Un treno imperdibile per il Mezzogiorno»
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C’è anche la firma di Tommaso Depalma in calce al documento che 146 sindaci hanno voluto inviare in forma ufficiale al Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, l’onorevole Giuseppe Brescia «per dare una risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del Sud». 

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«Le proposte della Rete dei Sindaci Recovery Sud», è il titolo dato al documento che elenca tutti i numeri della «condanna a morte» del Mezzogiorno. Numeri che vanno «dai trasferimenti ancora troppo scarsi per servizi come gli asili nido alla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, dal ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari alla riduzione dei posti letto, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei Comuni alla spesa sociale procapite diseguale rispetto al Nord, dalla ridotta speranza di vita alla crescita continua del differenziale di reddito certificato dalla Banca d'Italia e dai più importanti istituti di statistica ed economici». 

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Riequilibrare il Paese, è quello che i 146 sindaci chiedono, vogliono che si scriva la parola fine a quelle ingiustizie che sarebbero sufficienti «a giustificare una mobilitazione generale delle popolazioni dell’Italia meridionale». Per questo i primi cittadini chiedono un confronto urgente con il Governo «perché sia presa in seria considerazione una serie di proposte per il Pnrr, perché si vari un “south new deal”, a cominciare da un piano straordinario di assunzioni che destini ai comuni del meridione 5mila giovani progettisti, con una corsia preferenziale per i cosiddetti “cervelli in fuga” che dovrebbero aggiungersi ai 60mila dipendenti chiesti dall’Anci per colmare le carenze di organico di tutti i comuni italiani». 

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La valutazione del 33percento degli aiuti europei destinati al Sud è considerata insufficiente se si considerano, tra le altre cose, il divario dei livelli essenziali delle prestazioni, il necessario adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese, per esempio l’alta velocità, e gli interventi per il potenziamento delle aree produttive. 

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«Non vogliamo certamente bypassare l’Anci che ben ci rappresenta – ha commentato Depalma – ma vogliamo essere un indicatore più efficace delle esigenze del territorio. Il nostro obiettivo è di lavorare soprattutto di concetto con le organizzazioni che ci rappresentano perché siamo consapevoli che questo sia un treno che ripasserà, se ripasserà, tra diversi decenni e che le tante lacune che affliggono il Mezzogiorno, da troppo tempo, possano essere sanate in modo considerevole solo da misure cosi straordinarie».

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sabato 6 Marzo 2021

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