Politica

Tra insulti e offese la maggioranza rinnova la fiducia al sindaco

Mino Ciocia
Mino Ciocia
Il Comune di Giovinazzo
Nessuna risposta nel merito delle vicende che hanno portato le opposizioni a chiedere la sfiducia del primo cittadino, solo accanimento
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Era scontato. La mozione di sfiducia al sindaco promossa da Pva e Pd, non è «passata» in consiglio comunale. Lo si capiva anche da qual secondo punto all’ordine del giorno con cui la maggioranza, compatta, aveva chiesto il riconoscimento ufficiale, un encomio, per il lavoro svolto dal dirigente dell’Ufficio tecnico andato in pensione. 

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Ma se tutto questo era scontato, il consiglio comunale di ieri sera non è commentabile. Per il suo susseguirsi di insulti, offese gratuite ben oltre la decenza, astio, dimostrazione di odio, e così via. Perché poi? Tra maggioranza e opposizione il gioco delle parti dovrebbe essere chiaro, legittimo, eppure così non è. E ad alimentare l’indecenza, ci pensa come sempre sta succedendo, chi rappresenta l’istituzione locale  al massimo livello. A domanda si dovrebbe rispondere, se si hanno argomenti per farlo. E invece, come ormai siamo abituati, assistiamo più che a una replica alle domande formulate, a un vero e proprio comizio, dove si ripropongono le cose fatte, da fare e anche quelle immaginate. Condite da un turpiloquio continuo sostenuto da parte della maggioranza, che pare abbia dimenticato il proprio passato, che chiede il rispetto delle regole ma non le rispetta. Riproponendo a ogni piè sospinto argomenti triti e ritriti. La D1.1, la C3, la C2, la discarica, per esempio. E tirando in ballo sempre persone che con il consiglio comunale non hanno nulla a che fare. 

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E allora termini come «il mezzo capo popolo», «l’assessore alla fuffa», diventano parte di un modo di esporre argomenti che rientra in uno schema comunicativo ben consolidato che alla fine non dice nulla. «È il modo con cui mi esprimo, per farmi capire da tutti», si è giustificato il sindaco Tommaso Depalma, dimenticando che lui rappresenta le istituzioni e che quel «modo di esprimersi» dopo nove anni alla guida della città, dovrebbe essere stato educato, addolcito. È uno schema comunicativo dicevamo si conclude sempre con una notizia «bomba» e con un invito rivolto a tutti. Questa volta è la posa della prima pietra della casa della salute. Ma al di la di questo, sulla legittimità degli atti firmati da un dirigente posto in quiescenza e ritenuti illegittimi, perno attorno al quale è stata formulata la richiesta di sfiducia al sindaco, non c’è risposta. 

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Finisce con la maggioranza che ribadisce il proprio sostegno al primo cittadino, con il sindaco che vota la fiducia a se stesso, e con il presidente del consiglio comunale che, giustificandosi, invece di astenersi, per dare l’impressione di essere equidistante, si schiera dalla parte della maggioranza. Anche la forma ha perso valore. 

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sabato 27 Febbraio 2021

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