Cultura

Dalla California a Giovinazzo, alla riscoperta di una vita semplice

Anna Stufano
Anne e Keith Elliott
L'ordinario visto con gli occhi degli stranieri
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Il cielo pulito di quell’azzurro da cartolina, il mare che non finisce di incantare, che sia “arrabbiato” o “una tavola” e, ancora, gli odori di buona cucina per i vicoli, il mercato del venerdì, la banda cittadina che suona per le strade, la pizzella, la focaccia e la grande varietà dei prodotti da forno, un gelato passeggiando sul lungomare, le pietre bianchissime degli edifici che risplendono al sole, questa stranezza di conoscerci tutti e affibbiarci dei nomignoli. Tutto questo e altro, così ordinario e scontato per noi che viviamo qui a Giovinazzo, non smette di incantare due americani che da oltre un anno si sono stabiliti nella nostra città. E che meraviglia per loro scoprire che esiste un forno, roba d’altri tempi, dove portare i propri manicaretti per una cottura con la legna che conferisce tutt’altro gusto e profumo! Lei proprietaria di una agenzia specializzata in viaggi personalizzati per una clientela selezionata, nonché curatrice di blog e articoli per riviste del settore turistico in cui parla della nostra Giovinazzo (l’ultimo articolo sulla rivista “International Living” con tanto di foto del nostro porticciolo). Lui operatore nel campo delle costruzioni. Anne and Keith Elliott, sposati, erano alla ricerca di una vita semplice, di una rallentata da una vita di stress, lavoro e limitata socialità (poca, se raffrontata al nostro stile di vita), in cui bisogna sempre guadagnare di più perché il costo la vita aumenta più velocemente della capacità di aumentare le entrate. Hanno trovato qui il Paradiso? Non proprio, il nostro territorio, con la burocrazia italica e le difficoltà nel reperire informazioni sui trasporti, sui servizi, sui luoghi di interesse pubblico, ecc., sa essere veramente “tourist unfriendly” per chi non è, come noi, abituato a districarsi in una jungla inutilmente complicata che invade variegati settori della nostra quotidianità. Sali su un autobus e non c’è modo di sapere se sei arrivato a destinazione se non trovi un conducente così gentile da indicartelo, tanto per fare un esempio; eppure, a volte, ci vorrebbe così poco per rendere i servizi più pubblicizzati e fruibili. Tuttavia, qui a Giovinazzo, un paese che hanno scelto un po’ a caso sulla piantina d’Italia, un po’ perché è sul mare, un po’ per la vicinanza a porto e aeroporto di Bari, nel centro storico dove abitano, essi hanno trovato un piccolo angolo di tranquillità, così lontano dalle sirene spiegate a tutte le ore del giorno, dove il tempo scorre lento e ordinario, tra la passeggiata quotidiana che li ricarica di energia, il relax sul terrazzino vista cattedrale, qualche allegra serata con nuovi amici, gli esperimenti culinari con i gustosi prodotti che il mercato quotidiano offre.

E, a proposito di questo, Anne, vegana e con una grande passione per la cucina dai gusti semplici che la porta a sfornare pane, biscotti, focacce, su base giornaliera, si dice particolarmente colpita da come i nostri mercati riflettano la stagionalità (da loro, ovunque si trovano ciliegie da gennaio a dicembre!) e da come – testuali parole – “le verdure e la frutta sanno di verdura e frutta come dovrebbero”. Qualcosa che, in buona parte del mondo, non è così banale e che si aggiunge alla lunga lista di cose che ricordano, al netto delle innegabili inefficienze su cui una riflessione sarebbe necessaria, quale privilegio sia poter vivere in questa terra. A volte abbiamo bisogno di vedere la nostra Giovinazzo con gli occhi carichi di meraviglia di uno straniero.

venerdì 31 Luglio 2020

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