Le vie delle città sono deserte e la natura, ai tempi della quarantena, pare voglia riappropriarsi degli spazi a lei sottratti. Le acque diventano più limpide, il cielo più terso, sempre più animali selvatici, lepri, cerbiatti, si aggirano tra i palazzi. Qualche gatto diventa padrone della strada. Tutto questo ha indotto Alberto Lupini, giornalista e direttore de «L’Italia a tavola» a una riflessione, pubblicata sulla sua testata giornalistica, e che qui vogliamo riportare che prende spunto dal «Dialogo della natura e di un islandese» di Giacomo Leopardi.
Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro.
Improvvisamente Disney è fuori dalla magia,
Parigi non è più romantica,
New York non si alza più in piedi,
il muro cinese non è più una fortezza,
e la Mecca è vuota.
Abbracci e baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore.
Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo.
Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie. Penso che ci stia inviando un messaggio: «Non sei necessario. L’aria, la terra, l’acqua e il cielo senza di te stanno bene.
Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti.
Non i miei padroni».