Cultura

La giornate Fai di primavera, oggi e domani alla scoperta di palazzo Messere

La Redazione
Lo scalone di Palazzo Messere
A Giovinazzo si parte da piazza Umberto I dalle 9,30 alle 19 con la guida degli apprendisti Ciceroni del Liceo Matteo Spinelli
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Stanno per ricominciare, per il ventisettesimo anno, le Giornate Fai di Primavera, la maggiore festa culturale del FAI, dell’Italia e forse anche dell’Europa, che ha ormai la perseveranza e il ritmo di un rito che dal 1993 ha appassionato quasi 11 milioni di visitatori.

Sabato 23 e domenica 24 marzo verranno aperti 1.100 luoghi aperti in 430 località in tutte le regioni, grazie alla spinta organizzativa dei 325 gruppi di delegati sparsi in tutte le regioni – Delegazioni regionali, provinciali e Gruppi Giovani – e grazie ai 40.000 Apprendisti Ciceroni.

Esiste e cresce un’Italia fatta di cittadini singoli o variamente cooperanti tra loro che si prendono cura del proprio paese.

Il Gruppo FAI di Giovinazzo propone ben due aperture di luoghi inaccessibili ed eccezionalmente visitabili in questo weekend, durante il quale è possibile sostenere la Fondazione con un contributo facoltativo o con l’iscrizione, perché la conservazione, valorizzazione e gestione delle proprietà del FAI in tutta Italia necessitano di un sostegno materiale rinnovato e crescente. Ogni anno la Fondazione spende quattro milioni di euro in restauri e oltre un milione per la manutenzione ordinaria.

Queste giornate rappresentano per il Gruppo FAI di Giovinazzo una sorta di prova di maturità dopo il riconoscimento della autonomia territoriale in rappresentanza dei comuni di Molfetta, Bitonto e Terlizzi. La missione sta nel curare il paesaggio con i suoi beni naturali, storici e artistici e nel promuovere la conoscenza e l’amore per il patrimonio culturale.

Il dato che emerge è la partecipazione costituita da un gruppo di volontari appassionati sempre maggiore, circa 50 tra Giovinazzo e Molfetta, coadiuvati dai giovani volontari delle scuole. Non sfugga il carattere dei luoghi aperti quest’anno ai visitatori. Sono spazi in buona parte ignoti al pubblico che senz’altro accorrerà numeroso. Per cui saremo lieti di accompagnarli in visita insieme ai nostri Apprendisti Ciceroni.

A Giovinazzo si parte da Piazza Umberto I, (in prossimità delle sede Pro Loco) ripercorrendo la storia delle antiche mura che cingevano il centro abitato fino all’architettura di Palazzo Messere ed i suoi interni, rappresentativa di un ceto nobiliare ed agrario che ha avuto un ruolo importante nella storia della città e nel passaggio dalla struttura medioevale alla sua forma contemporanea con l’azzeramento delle vecchie mura urbiche.. L’antico Borgo era diviso dalla campagna tramite un fossato che collegava il mare di ponente con il mare di levante isolando così la penisoletta sulla quale sorgeva il centro storico dal resto del territorio.

LE MURA I più importanti interventi delle mura di Giovinazzo si hanno nel 1488 quando il Duca di Calabria Alfonso II d’Aragona figlio di Ferdinando aveva promosso, con il pericolo dell’avanzata dei Turchi, una campagna di ristrutturazione delle fortificazioni, smantellando il vecchio sistema medievale “da torre a torre” e inspessendo le murature verticali con delle scarpate, creando dei terrapieni e rendendo più massicce le torri, con l’obiettivo di renderle più resistenti alle nuove artiglierie ma anche per assicurare l’ottimale installazione dei cannoni. I lavori si inquadravano in quel vasto programma di ammodernamento delle strutture militari del regno, soprattutto quelle costiere, dettato dall’urgenza di adeguare le opere di difesa alla nuova tecnica militare, profondamente mutata a seguito dell’invenzione della polvere da sparo.

Successivamente al 1529 il Principe di Melfi Giambattista Caracciolo, capitano di Francesco I di Francia dopo aver saccheggiato la città di Giovinazzo e distrutto gli edifici prossimi alla cinta muraria, fortificò nuovamente il sistema difensivo, adeguandolo alla nuova realtà bellica del momento, spianando così ogni altra fabbrica intorno alle mura che ostacolava il potere difensivo del sito, rinforzando le stesse mura realizzando delle scarpate e irrobustendo le antiche torri aragonesi.

Tra il 1554-1579 ci furono nuovi lavori di potenziamento delle mura voluti da Isabella de Capua Gonzaga.

Dopo il 1860 in seguito, all’Unità d’Italia e al Regio Decreto del 30 dicembre 1866, la cinta della Città di Giovinazzo, con molte altre, cessò di essere considerata come opera di fortificazione e pertanto fu abbattuto il lato lungo a mezzogiorno in parte già pericolante con l’intento di collegare la città vecchia al nuovo Borgo. Di fatti a partire dal 1861, il Comune bisognoso di denaro per costruire il Palazzo Municipale nella piazza del Borgo (l’attuale piazza Vittorio Emanuele II), dichiarò edificatori i terreni delle antica mura urbiche, che con l’avvento dell’Unità d’Italia non avrebbero avuto più alcuna utilità. Liberati dalle mura con la loro demolizione i terreni furono così venduti alle nobili famiglie che li utilizzarono per costruire le rispettive dimore.

Giovani architetti e storici dell’arte volontari del Gruppo locale, attraverso ricostruzioni grafiche, piante, vedute, acquerelli, disegni e carte di cabotaggioillustreranno ai visitatori la cinta muraria con i vari torrioni, torrette, bastioni e la porta principale di accesso alla città. In particolare la visita si concentra sulla nuova quinta scenica che andò a definire via di Santa Maria degli Angeli e le antiche fossate dominate, per mole, da Palazzo Messere. Edificato sui terreni situati di fronte all’antica abitazione e messi in vendita dal Comune, il Palazzo con gli appartamenti, i grandi saloni affrescati e le imponenti scale, fu completato entro il 1870, quando la famiglia vi si trasferì.

Nello sviluppo urbano che vede la formazione del borgo ottocentesco di Giovinazzo oltre il nucleo antico, Palazzo Messere costituisce, con gli altri nobili palazzi, il nuovo confine della cittadella medievale, fino ad allora cinta e separata dal territorio circostante dalle antiche mura difensive.

Sarà possibile osservare le statue e le opere pittoriche, come la pala realizzata dal giovinazzese Giuseppe de Musso, presenti nella Chiesa della Madonna degli Angeli, detta chiesa ad muros o Santa Maria de lo Muro poiché addossata alle antiche mura.

La storia della famiglia Messere sarà raccontata dagli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico e scientifico “Matteo Spinelli”, quindi la suggestiva ed inedita scoperta degli interni del palazzo con reperti, antichi mobili, ritrattistica e la magnificenza del salone delle feste.

GLI ORARI Le visite non si prenotano, vengono organizzate per gruppi secondo l’ordine di arrivo. Gli iscritti FAI hanno priorità. Gli orari delle Giornate: sabato e domenica ore 09.30 – 19:00.

sabato 23 Marzo 2019

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