L'analisi

La Puglia è arancione, i parametri migliorano ma le criticità rimangono

Mino Ciocia
Mino Ciocia
piazza Vittorio Emanuele
A Giovinazzo la crescita esponenziale dei contagi da metà ottobre
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La Puglia rimane «zona arancione». Così recita l’ordinanzanfirmata venerdì scorso dal Ministro della Salute, Roberto Speranza. Nonostante i parametri chendeterminano i colori delle regioni sono in miglioramento. Lo sono in tuttanItalia come in Puglia, dove però la pressione sul sistema sanitario rimanenimportante. E dove il numero dei nuovi contagi continua a crescere. Non più innmodo esponenziale però, per questo c’è il miglioramento, ma non ancora l’inversionendi tendenza. Nella nostra regione, il parametro principale, l’Rt che misura lantrasmissibilità del virus, è a 1,06, mentre l’incidenza, il numero di contaginper 100mila abitanti, è oltre 218. Con una pressione sui reparti Covid, che è ancoranalto. Sulle terapie intensive, ad esempio, è del 45 percento, un punto percentualenin più rispetto alla media nazionale, mentre per i reparti di medicina è del 50npercento, in linea con il dato nazionale. Questo il quadro generale pugliese. Ena Giovinazzo? Come in tutta la Regionenil numero dei contagi aumenta. Attualmente ci sono 161 positivi, da inizionpandemia sono stati 255. I decessi 5 e i guariti 89. Quello che appareninteressante è guardare l’evoluzione del contagio. Dal primo aprile, i dati andisposizione partono da quella data, fino al 10 ottobre, i numeri erano assai contenuti. Conntre occasioni diverse in cui Giovinazzo è stata «Covid free», cioè per alcuningiorni non si contavano casi, e con lievi picchi in agosto, in occasione deinrientri dalle vacanze estive. Dal 14 ottobre in poi, la curva è cominciataninesorabilmente a salire, raddoppiando ogni quattro o cinque giorni il numero dei casi. Cosa può aver causatonquesto impennarsi della curva? Almeno due diverse situazioni. Prima di tutto ilnGiro d’Italia, solo 4 giorni dopo la partenza della tappa, c’è stato il primonraddoppio dei numeri. Da 5 a 10. Dopo 14 giorni, tempo canonico per l’incubazionendella malattia, i casi sono diventati 20. Ovviamente il Giro ha attraversato tutto lonStivale, ma proprio la sua scia potrebbe aver contribuito al rialzo dei contaginovunque sia passato. In quelle Regioni, ad esempio, che hanno limitato i dannindurante la prima ondata. Ovviamente su questo non abbiamo certezze, ma il fattonche anche all’interno della bolla creata per la carovana rosa ci siano stati contagi,npotrebbe essere una conferma. Era necessario organizzare quella corsa, soprattuttondopo aver fermato tutti gli sport professionistici? È una semplice domanda chendifficilmente troverà risposte. E poi, altra occasione per la diffusione delnvirus, l’apertura delle scuole con il caos nei trasporti. La mancatanorganizzazione dei trasporti potrebbe aver inciso e molto sulla crescita deinnumeri. C’è però da sottolineare un dato. Spesso si attribuiscono responsabilitànai più giovani per il mancato o non corretto uso della mascherina, o aglinassembramenti degli anziani nelle piazze giovinazzesi. Ma a guardare i reportndella prefettura, le fasce d’età più colpite sono quelle che vanno dai 40 ai 59nanni. Con una buona partecipazione delle fasce comprese tra i 30 e 39 anni enquella tra i 60 e i 69 anni. Sono tutti, o quasi, in età lavorativa. Sono coloronche sono costretti a uscire di casa, che inevitabilmente hanno rapporti pernmotivi professionali con altre persone. Immaginare misure di salvaguardia pernloro non sarebbe male. Anche in vista del prossimo futuro, in attesa delnvaccino e a quando sarà distribuito a tutta la popolazione.

domenica 29 Novembre 2020

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GIOVANNI RANIERI
GIOVANNI RANIERI
3 anni fa

E i vaccini antifluenzali quando? E parliamo di quelli antiCovid.

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