Cronaca

In Italia l’epidemia è fuori controllo? La «Gimbe» analizza i dati

Mino Ciocia
Mino Ciocia
coronavirus
«La crescita esponenziale del virus ha rallentato, ma bisogna aspettare il consolidamento dei numeri»
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Secondo la «Fondazione Gimbe», ente indipendente che sta effettuando il monitoraggio sull’andamento del coronavirus sin dalla sua apparizione, i casi positivi in Italia superano ormai l’1 percento della popolazione, tra coloro che sono in isolamento domiciliare, ricoverati con sintomi e in terapia intensiva. E questo significa, come la scienza insegna, che superata quella soglia, l’epidemia si definisce fuori controllo. Non c’è luogo o ambiente che il virus non abbia penetrato. Anche le strutture protette hanno manifestato tutte le loro debolezze nel sistema di controllo e prevenzione. Persino le carceri che per definizione dovrebbero essere luoghi isolati, il contagio è aumentato del 600 percento e in sole due settimane. Per non parlare delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani, luoghi che dovrebbero garantire sicurezza, risultano invece essere tra i maggiori focolai del virus. «In una settimana – ha affermato il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – i decessi sono aumentati del 70 percento, toccando punte di 3mila morti, tra il 4 e il 10 novembre, oltre mille in più rispetto alla settimana precedente». L’aspetto più critico, secondo la Fondazione, è l’alto numero di contagi tra il personale sanitario. «In un mese – ha affermato ancora Cartabellotta – sono rimasti contagiati oltre 19mila operatori sanitari. A fronte dei 1650 del mese precedente». Anche questo concorre a far andare in affanno tutto il sistema sanitario nazionale. Perché, se i posti letto per la degenza e per le terapie intensive si riescono a reperire, magari a scapito dei reparti che ospitano pazienti con altre patologie, a scarseggiare sono sempre più medici e infermieri. Non per nulla gli appelli ai medici in pensione per farli rientrare in corsia. Il 53percento dei posti letto nei reparti di medicina, a livello nazionale, è ormai occupato da pazienti Covid, e il valore del 40% definito come ‘soglia critica’ è superato da 12 regioni, come fa sapere l’Agenzia per i servizi sanitari regionali. Il monitoraggio fa emergere anche che il 34 percento delle terapie intensive italiane è occupato da pazienti Covid e il valore del 30 percento, definito come soglia critica, è stato superato in 10 regioni. Sono tutti dati che devono preoccupare, ma anche Gimbe vede un leggero spiraglio. Come il Ministero della Salute, la Fondazione ha rilevato negli ultimi giorni un rallentamento nella propagazione del virus. «Dobbiamo però – ha concluso Cartabellotta – dobbiamo aspettare ancora per essere sicuri della stabilizzazione dei numeri della pandemia».

venerdì 13 Novembre 2020

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