Cronaca

In Italia la situazione è critica ma non drammatica, in Puglia i tracciamenti sono fuori controllo

Mino Ciocia
Mino Ciocia
Coronavirus: al Policlinico di Bari attrezzati 35 posti letto
In nuovi casi sono per la maggior parte asintomatici, gli ospedali possono reggere
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Cresce ad un ritmo di circa 700 casi al giorno la curva del Covid in Italia. Nelle ultime 24 ore se ne sono contati 11.705. E torna la Lombardia a far parlare di se per l’alto tasso di trasmissione del virus. In quella regione i nuovi contagi nell’ultima giornata sono stati quasi 3000, con i ricoveri che hanno superato quota 1000.Una situazione che il Ministero della Salute giudica critica, soprattutto all’interno dell’area metropolitana milanese. Nonostante tutto, Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, prova a gettare acqua sul fuoco. «È innegabile che ci sia una accelerazione dei casi – ha detto nel corso di una intervista a “Mezz’ora in più”, la trasmissione televisiva di Rai3 – ma non direi che ci sia una crescita esponenziale». La differenza, secondo Locatelli è tutta nei numeri, a cominciare da quelli dei tamponi somministrati nel corso della prima ondata della pandemia e quelli somministrati attualmente. «Solo un terzo dei casi è sintomatico – ha detto Locatelli – a febbraio invece identificavamo solo i sintomatici. L’Italia ha il numero più basso di casi positivi rispetto ai test realizzati, l’età media dei contagiati è più bassa, il Paese ha un livello di preparazione neanche comparabile con la prima fase». Se la situazione italiana è critica e non drammatica, come si pone la Puglia? E come si pone Giovinazzo, dove ufficialmente i contagiati sono 10, ma le mappe del contagio regionale pongono la città nella fascia che va da 21 a 50 casi? Secondo Filippo Anelli, presidente dell’ordine dei medici di Bari, la situazione dei tracciamenti in Puglia è ormai fuori controllo. Una affermazione che è condivisa dallo stesso presidente della Regione Michele Emiliano. Ma anche qui, ed è il Ministero della Salute a dirlo, c’è da gettare acqua sul fuoco. Quanto meno sulle disponibilità ospedaliere. Attualmente le terapie intensive possono contare su 366 posti letto. Quindi con i numeri attuali, c’è un largo margine di sicurezza nel poter gestire i casi seri e critici. C’è però bisogno di nuovo personale. Medici e infermieri, ma anche un nuovo piano sanitario che coinvolga anche la medicina di base. Ma è sulla prevenzione che qualcosa è saltato, come lo stesso Emiliano in qualche modo ha ammesso. Ritrovare il bandolo della matassa adesso diventa complicato. L’unica arma sempre a disposizione per limitare la diffusione del virus, è lasciata alla responsabilità personale. Mascherine, distanziamento, igiene.

lunedì 19 Ottobre 2020

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