Cronaca

Area ex Afp: una tegola per Depalma

La Redazione
Le ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi
L'avviso di conclusione delle indagini sulla mancata bonifica
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Due tentativi in altrettanti consigli comunali di leggere in pubblico parte dell’ordinanza, non una sentenza, della Corte d’Appello che riguarda i fatti ormai noti della D1.1. E ancora, l’annuncio del sindaco Tommaso Depalma di riferire alla piazza durante le sue comunicazioni su quelle vicende e, a suo modo di vedere, sui responsabili. Perché, sono le parole del primo cittadino, bisogna «discutere di qualunque argomento, senza timori e senza reticenze di sorta». E allora, perché tacere sulla notifica di conclusione delle indagini, emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, a carico di Depalma e altri 12indagati? Notifica che ha anche il valore di rinvio a giudizio stando alla corposa documentazione raccolta in un fascicolo di ben 222 pagine.La domanda la pone il «Comitato per la salute pubblica» che quelle carte ha potuto vedere, in quanto atti pubblici, come sono pubblici gli atti della D1.1. «Mentre si intratteneva su vicende giudiziarie altrui, magari su Facebook – scrive in un post il Comitato – Tommaso Depalma probabilmente aveva già ricevuto avviso di conclusione delle indagini preliminari per un ulteriore procedimento penale a proprio carico, il numero 3940/20 per i reati di cui agli artt. 110 e 452 terdecies del codice penale, ovvero per la mancata bonifica delle aree Afp». Illecito amministrativo, con reati di natura ambientale urbanistica e gestino dei rifiuti e alimenti, è l’ipotesi di reato ascritto nel fascicolo a carico del sindaco e degli altri 12.In sintesi il procedimento fa leva sulle risultanze prodotte dall’Arpa dopo i sopralluoghi nella ex area industriale, che hanno accertato l’inquinamento dei suoli causato ma materiali pericolosi per la salute pubblica, non è stato dato seguito al provvedimento imposto dalla Città Metropolitana circa la bonifica del sito entro i 120 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza, la 4984 del settembre 2018. Bonifica che sarebbe dovuta avvenire a cura dei proprietari dei suoli e capannoni industriali, oppure dal Comune che avrebbe potuto rivalersi sugli stessi proprietari. Come del resto annunciato pubblicamente dallo stesso Depalma in più di una occasione. «A seguito di tale provvedimento – si legge nel dispositivo del fascicolo – il comune di Giovinazzo non ha assunto iniziative funzionali all’adempimento del provvedimento stesso». Se questo è il piano giudiziario, su quello politico il Comitato evidenzia la mancata comunicazione istituzionale su fatti che hanno rilevanza anche sul piano della salute pubblica, oltreché sul coinvolgimento diretto del sindaco pro tempore. «Perché – chiede ancora il Comitato – due pesi e due misure? Perché il massimo della pubblicità, in realtà, della gogna, della berlina, per altri e la massima discrezione per sé? O meglio il segreto, il silenzio? Perché Giovinazzo deve essere informata da un qualsiasi Comitato cittadino del fatto che il suo primo cittadino è sotto inchiesta della magistratura per aver finora omesso di fare quanto necessario per provvedere alla bonifica di un sito fondamentale per la vita di Giovinazzo? Perché non deve saperlo dalla viva voce del Sindaco in carica? Perché deve sorbirsi ogni giorno la propaganda più vuota, senza ricevere le informazioni fondamentali?». E in conclusione: «Anche su questa questione si difenderà retribuendo uno studio legale con i soldi dei cittadini ma senza minimamente informarli?».

venerdì 31 Luglio 2020

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Luigi Fanizzi
Luigi Fanizzi
3 anni fa

Mi meraviglio di come la massima Autorità Sanitaria Locale ossia il Sindaco cittadino, si sia fermato, da anni, del suo mandato, solo alla caratterizzazione e non abbia successivamente opetato per la bonifica..

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