Cronaca

Nasce Adrionet, la rete per la salvaguardia e lo studio delle tartarughe marine

La Redazione
Pasquale Salvemini responsabile del Centro recupero tartarughe di Molfetta
Coinvolti i centri di recupero e le Università dell'Adriatico e dello Ionio
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Il coordinamento e la standardizzazione delle modalità e deinprotocolli di intervento, la condivisione delle esperienze gestionali, le regolencomuni nella raccolta dei dati a più ampio raggio e di maggior rilievo scientifico,nl’accrescimento della capacità di influenza nei confronti dei «decision makers»ne, analogamente, la realizzazione di campagne di informazione rivolte aincittadini per favorire programmi e iniziative finalizzati alla salvaguardiandella biodiversità e delle buone condizioni dei mari Adriatico e Ionio in tuttenle loro componenti. Sono questi gli obiettivi che hanno dato vita alla RetenAdriatico – Ionica per il coordinamentontra i centri di recupero delle tartarughe marine. Tra esse le «Caretta caretta»nche abbiamo imparato a conoscere più per il loro spiaggiamento lungo le nostrencoste, spesso ormai morte, a causa della ingestione di plastica o perché intrappolatenin reti da pesca illegali. La Rete, «Adrionet» la sigla che si è data, ha visto muovere i primi passi a Città Sant’Angelo,nin provincia di Pescara, a seguito di un convegno nazionale dedicato proprionalla salvaguardia della biodiversità marina, dal quale era emersa la necessitàndella collaborazione tra centri di recupero, Università e associazionismo, pernottimizzare i dati e diffondere risultati univoci. Ne è nato così, dopo una gestazionendi otto mesi, un protocollo d’intesanfirmato dai centri di Ancona, di Rimini e Riccione, dall’oasinWwf di Policoro, dall’area marina protetta di Torre Guaceto, e dal centrontartarughe di Molfetta. Un protocollo d’intesa che ha avuto adesioni anche danprofessionisti che operano sul piano scientifico e operativo per enti come lan«Societas Herpetologa Italica», il Cnr di Ancona, l’Istituto zooprofilattico dinTeramo, e le Università di Bari, Pisa e Foggia. Rispetto al passato, la Rete consentendi ottimizzare i dati attraverso lo scambio di informazioni e di buonenpratiche, oltre che a una concreta collaborazione sia per i rilievi in mare chennei centri di recupero per tartarughe. «Questanvola – è la chiosa del comunicato stampa che ha annunciato la firma del protocollo – la rete nonnrappresenta una minaccia, ma al contrario una speranza per le tartarughe marinenche frequentano l’Adriatico e lo Ionio per nutrirsi e deporre le uova».

giovedì 30 Luglio 2020

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