Inchiesta

«Nessun nuovo autovelox per le strade cittadine»

mino ciocia
ex statale 16
Ma sulla ex statale 16 multe e polemiche
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«Non abbiamo intenzione di implementare isistemi per il rilevamento della velocità in tutto il territorio cittadino». Così risponde il sindaco Tommaso Depalma, alla sollecitazione arrivata dalle pagine social del «Comitato per la salute pubblica» attraverso cui ipotizzava l’installazione di una sorta di«grande fratello» su tutto il territorio comunale, per il rilevamento degli eccessi di velocità.Una preoccupazione quella del «Comitato», dettata dalla pubblicazione di una delibera di giunta datata 24 marzo 2020. Una delibera, ad onor del vero, non troppo chiara nella sua stesura. Nessun nuovo autovelox o suoi similari – ribadisce Depalma – ma solo una riformulazione della vecchia attività. Cioè quella che riguardagli impianti già presenti sul tratto di strada, la ex statale 16, che unisce Giovinazzo a Santo Spirito».
Proprio il tratto di strada che è oggetto di polemiche e ricorsi, per le sanzioni amministrative che sono state rilevate agli automobilisti per non aver rispettato i limiti di velocità imposti. Diventa dunque questa l’occasione per fare il punto sulla intera questione.A cominciare dalla natura di quella strada. Da Statale a strada comunale come attualmente è classificata. E proprio perché comunale su quella strada, essendo extraurbana, dovrebbero essere in vigore sistemi di rilevamento ben diversi da quelli utilizzati.A dirlo è l’avvocato Sinisi Alessandro. «Preliminarmente – ha affermato – mi preme confermare le perplessità espresse sulla scelta di realizzare, su un tratto di strada quotidianamente percorso da decine di corse di autobus di linea oltre che di mezzi pesanti, una pista ciclabile dalle dimensioni a dir poco invasive rispetto alla parte restante della carreggiata destinata al traffico veicolare. Il risultato dell’intervento di costruzione della pista ciclabile ha, invero, ristretto notevolmente la carreggiata, rendendo più difficoltoso il transito dei mezzi, soprattutto quelli di grandi dimensioni, aumentando così la pericolosità della medesima. In questo senso, ha certamente una sua ratio la riduzione del limite di velocità a 50 Km/h, del tutto conforme poi alla ridefinizione della strada a comunale, ma certamente fonte di non poche difficoltà al traffico veicolare. Peraltro è opportuno ribadire che i limiti di velocità devono sempre essere rispettati. Allo stesso modo le Pubbliche Amministrazioni devono rispettare la legge nello svolgimento di ogni loro compito sanzionatorio».
Strada che come già detto da Statale è diventata Comunale.«Non ho certezza che la ex statale 16 – ha continuato Sinisi – sia da qualificare urbana o extraurbana, ma ipotizzando che si tratti di strada urbana, attualmente la normativa in vigore, consentirebbe l’uso di strumenti elettronici di velocità che funzionano automaticamente ed in postazione fissa solo sulle strade urbane di scorrimento (Strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate. Articolo 2 del Codice della strada). Mentre sulle altre strade urbane è consentito l’uso di autovelox mobili azionati dall’agente di volta in volta e con contestazione immediata delle infrazioni».
Tutto ciò è ripreso dal decreto del Prefetto della Provincia di Bari, pubblicato nel 2002, che così recita: «Secondo le disposizioni del Ministero delle Infrastrutture, possono essere utilizzati e installati dispositivi e mezzi tecnici finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme di comportamento (quindi con autovelox e similari), sulle autostrade e sulle principali strade extraurbane. Tali disposizioni consentono il rilevamento della velocità anche su strade urbane ed extraurbane, purché tale rilevamento sia eseguito in presenza di agenti delle forze dell’ordine e al diretto loro intervento per la contestazione».
«L’installazione del “Celeritas” – sintetizza Sinisi – questo il nome del sistema, ritengo possa stata fatta in violazione delle prescrizioni di legge. Sicché il “Celeritas”, che funziona in modalità automatica e in postazione fissa, non sarebbe utilizzabile. Se la ex Statale 16 fosse ancora classificata come strada extraurbana, si porrebbero due diverse problematiche: una relativa all’autorizzazione del Prefetto e una relativa alla segnaletica, con i cartelli stradali che dovrebbero avere il fondo blu e non bianco». Come da Direttiva dell’allora Ministro Maroni del 2007, ripresa da Minniti nel 2017. «Ma a prescindere dalla distinzione tra strade urbane o extraurbane – ha concluso Sinisi – vi è tuttavia una norma che farebbe seriamente dubitare della legittimità dell’installazione e uso del tutor a Giovinazzo. Per i sistemi di controllo della velocità media tra due punti, è obbligatorio che non vi siano accessi privati o intersezioni con altre strade, anche interpoderali o vicinali. Infatti se fosse possibile ad un automobilista di immettersinel tratto controllato senza passare dal primo varco, questi potrebbe percorrere il restante tratto anche ad alta velocità senza essere mai multato, creando però gravissimo pericolo per chi procede al di sotto del limite».
Sinisi tiene a precisare che il suo studio non sta patrocinando alcun ricorso avverso il Comune di Giovinazzo.«Ho solo ricevuto richieste di chiarimenti e consulenze».
Sono circa 2500 le multe elevate e notificate successivamente agli automobilisti nei primi mesi di attività del «Celeritas».La mancata contestazione immediata della sanzione, come prevede la disposizione del Prefetto per quel tratto di strada, è giustificata, secondo quanto si legge in uno dei verbali notificati agli automobilisti, dalla «distanza tale da impedirne il fermo in tempo utile e nei modi regolamentari. Inoltre – si legge ancora nel verbale – gli agenti non erano in condizione di fermare il veicolo in quanto impegnati nel monitoraggio del sistema di rilevamento». Mancherebbe, sul foglio, il riferimento alla autorizzazione prefettizia. Sollecitato sulla possibile illegittimità delle sanzioni Depalma ha risposto affermando che «gli avvocati devono fare il loro lavoro. Se ritengono di dover ricorrere è giusto che lo facciano. Sarà poi il giudice a stabilire se quelle sanzioni dovranno essere pagate o meno. Voglio solo ricordare che negli scorsi anni, nel 2011 per l’esattezza, con il Photored la stragrande maggioranza dei ricorsi non è stata accolta».

martedì 7 Aprile 2020

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