Vaccini, nel Regno Unito e Germania sì alla terza dose. La campagna, da completare entro inizio inverno, inizierà a partire dai pazienti vulnerabili e in totale coinvolgerà milioni di persone.
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Il programma assicurerebbe che i soggetti vulnerabili alla Covid-19 conservino per l'inverno la protezione che hanno ricevuto dalla prima e dalla seconda dose, anche contro nuove varianti.
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L’aggiunta di una terza dose nella somministrazione del vaccino rafforza l’effetto immunitario dell’antidoto e la sua capacità di neutralizzare sia la variante Alfa del virus (inglese), sia quella Beta (sudafricana), sia soprattutto quella Delta (indiana) che in questa fase preoccupa e dilaga di più nel mondo. Il terzo richiamo, inoculato almeno 6 mesi dopo la seconda dose, incrementa gli anticorpi fino a 6 volte, viene precisato.
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Mentre “rivela una più elevata neutralizzazione delle varianti Alfa (B.1.1.7), Beta (B.1.351) e Delta (B.1.617.2)”. Non solo: sia la seconda, sia la terza dose fanno registrare una minore reazione nei pazienti agli affetti collaterali rispetto alla prima.
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Reazioni comunque rare in generale e in larga parte a basso impatto e ben tollerate.
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