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La Xylella fastidiosa avanza verso il nord della Puglia

La Redazione
uliveti
Trovati altri 18 ulivi infetti nelle campagne di Locorotondo
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La pandemia da Covid 19 ha fatto mettere in secondo piano, almeno per il grande pubblico, un’altra epidemia. Quella della «Xylella fastidiosa», che inesorabile dal Salento sta salendo verso il nord dello Puglia. È di qualche settimana fa la notizia secondo cui sono stati rilevati alcuni ulivi infetti nelle campagne di Locorotondo. Gli ultimi rilevamenti dicono che la situazione è ancora peggiorata. Altri 18 piante d’ulivo, infatti, e sempre nelle stesse campagne, sono state trovate infette dalla «sputacchina». Lo ha comunicato la Coldiretti Puglia sulla base dei risultati delle analisi che si riferiscono ai campioni di olivi prelevati durante l’ultimo monitoraggio. «Le nuove infezioni accertate – si legge dal loro sito internet – confermano che continua l’avanzata della malattia e disegnano uno scenario oscuro causato dai ritardi regionali negli espianti degli ulivi infetti, da quando ad aprile 2015, per non abbattere 47 ulivi malati, si infettarono altri 3100 alberi, consentendo al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari anche monumentali, pregiudicando il patrimonio olivicolo e paesaggistico della provincia di Brindisi e di Taranto». La Xylella come il Covid: è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere. «Cammina – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – ad una velocità impressionante, considerato che in 6 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro». Errori, incertezze e la non assunzione di responsabilità sono alla base delle cause della diffusione della xylella. Provocando ritardi che hanno favorito l’avanzare del contagio e hanno provocato l’infezione di 21 milioni di ulivi «Oggi – afferma ancora Muraglia – l’Arif, l’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, è di nuovo senza guida, per cui c’è il rischio che le attività di espianto e monitoraggio subiscano nuovamente una grave e dannosa battuta d’arresto». Quel che manca evidentemente, è una strategia condivisa tra le istituzioni, le associazioni di categoria e i provati proprietari degli uliveti, gli enti comunitari e nazionali. Una strategia univoca che serva a fermare la malattia e che dia speranze per il futuro a quei territori che hanno già perso gran parte del patrimonio olivicolo e paesaggistico, e a quei territori che in questo momento stanno correndo quel rischio. «Il dramma della Xyella in Puglia – ha concluso Muraglia- continua ad essere affrontato e gestito a pezzi. La Coldiretti da anni chiede invano di portare la discussione sulla Xylella su un tavolo tecnico, dando corso all’orientamento assunto dal Consiglio regionale già nel 2018». Un grido di dolore che evidentemente rimane ancora inascoltato.

martedì 30 Giugno 2020

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