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Discarica, il Comitato 17 novembre denuncia: «Il percolato sta uccidendo i nostri ulivi»

La Redazione
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IL PERCOLATO STA UCCIDENDO I NOSTRI ULIVI
«Gli alberi dopo essere venuti a contatto con il percolato di discarica si sono tristemente ed irrimediabilmente disseccati»
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«Ancora una volta siamo costretti a denunciare intensi fenomeni di lagunaggio di percolato in prossimità della discarica di San Pietro Pago. Un evento divenuto oramai consueto, ma che questa volta presenta un’ulteriore aggravante: gli ulivi raggiunti dal percolato stanno morendo». Comincia così la nota inviata dal Comitato 17 novembre, a firma del portavoce Marco Lasorsa, sulla vicenda della discarica accompagnato da un video, girato tra sabato e domenica scorsi, che mostra alcuni alberi rinsecchiti. «Quegli stessi ulivi – prosegue la nota – che solo qualche mese fa erano vigorosi e floridi, dopo essere venuti a contatto con il percolato di discarica si sono tristemente ed irrimediabilmente disseccati. Dinanzi a queste immagini spettrali appare ancor più irritante e grave il tentativo di banalizzazione del Sindaco, massima autorità sanitaria cittadina, sull’emergenza percolato, irresponsabilmente definito acqua sporca, liquido non pericoloso e percolato di caffè».

I DUBBI «E intanto – afferma il Comitato -, sei mesi dopo la manifestazione del 17 novembre 2018: il percolato continua a tracimare, addirittura agevolato dai lavori di riparazione del muretto di contenimento, iniziati ad aprile e dopo mesi non ancora terminati: un sito critico e delicato come quello della discarica lasciato abbandonato a se stesso come un qualsiasi cantiere di città; gli olivi che affondano le proprie radici in quel liquido malsano muoiono con rapidità impressionante, nonostante i proclami di non pericolosità del percolato fin qui sbandierati; si sono oramai perse le tracce del finanziamento di 4,5 milioni di euro revocato per la sciatteria e per la “dichiarata incapacità” di questa amministrazione; non esiste ancora il più volte richiesto cronoprogramma di controlli concordati tra enti, debitamente comunicati alla cittadinanza. E soprattutto, sei mesi dopo, la pazienza dei Giovinazzesi è oramai finita».

mercoledì 22 Maggio 2019

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