È iniziato con alcuni versi dedicati alla strage di migranti nel Mediterraneo, paragonata per certi versi alla Shoah, l’incontro di ieri a Molfetta tra il vescovo Domenico Cornacchia e i giornalisti operanti nella Diocesi, organizzato nell’ambito della visita pastorale.
Il consigliere nazionale dell’Ordine Valentino Losito ha poi illustrato la cosiddetta Carta di Assisi, un decalogo siglato nell’ottobre scorso per orientare la comunicazione a “costruire ponti di pace” in un periodo in cui «sentiamo soffiare impetuoso il vento dell’odio».
«Il nostro mestiere deve continuare a raccontare l’uomo – ha ribadito Losito -, fornendo notizie “potabili”, evitando la superficialità (spesso figlia della velocità richiesta dal web) e ritrovando lo splendore delle parole».
In una società in cui il nuovo analfabetismo è quello funzionale, di coloro che – pur sapendo leggere e scrivere – non sono in grado di decodificare informazioni complesse e distinguere il vero (le notizie) dal falso (fake), il giornalista deve sentire la responsabilità del suo ruolo pedagogico. «Perché l’odio prospera proprio laddove c’è ignoranza: è una soluzione facile, perché ci toglie l’obbligo di pensare, di discernere». L’appello è dunque quello di essere «seminatori di umanità».
Un appello ripreso e condiviso anche da monsignor Cornacchia che, dopo aver ascoltato con attenzione la presentazione delle testate locali intervenute, ha esortato tutti ad «avere il coraggio di dire la verità per intero, perché anche una mezza verità è una bugia. Amplificate il bene, mettetelo sotto la lente di ingrandimento; saranno in tanti a dirvi grazie!», ha concluso il Vescovo, che oggi alle 17 sarà in visita al Consiglio comunale di Ruvo di Puglia.