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Tartaruga decapitata ritrovata a Giovinazzo, la denuncia del Wwf «Gesto disumano»

La Redazione
La tartaruga decapitata ritrovata a Giovinazzo
Pasquale Salvemini: «Non è stata un'elica ma un lavoro preciso fatto con una lama» L'ipotesi del rituale scaramantico. La carcassa ritrovata sul litorale sud sabato scorso
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Un gesto disumano e una morte orribile. La carcassa di una tartaruga Caretta caretta priva della propria testa è stata ritrovata sabato sul litorale sud di Giovinazzo nei pressi del lido “Mamas”. L’animale, che secondo gli esperti del Centro recupero tartarughe marine Wwf di Molfetta, era morto da più di un mese, forse un mese e mezzo, ha patito una fine orrenda. «Non è stata un elica – spiega il responsabile del centro Pasquale Salvemini -, è stato un lavoro fatto con una lama: solo così si può praticare un taglio così preciso alla congiunzione con il carapace». A lasciare ancora più sbigottiti è il fatto che quando è stato decapitato l’animale probabilmente era ancora vivo: «Il tessuto, nel quale è stato infisso anche un punteruolo in legno – prosegue Salvemini -, si è cicatrizzato rimanendo in acqua. Ammazzare crudelmente le tartarughe marine, invece di aiutarle e salvarle, è disumano».

IL RITO SCARAMANTICO Resta però l’interrogativo: perché compiere un gesto simile? «Ogni tanto – confida Salvemini – si sentono delle storie. Secondo una leggenda popolare ritrovare una tartaruga in mezzo alle reti sembra che sia per alcuni pescatori, sicuramente la minima parte di essi, di cattivo auspicio per la pesca. Da qui la decapitazione come rito scaramantico. Ma finora ho sempre pensato fossero delle dicerie, invece forse non è proprio così». In effetti restano poche alte spiegazioni per un gesto così efferato, considerato che le tartarughe sono animali protetti e che non è possibile per legge detenere nemmeno parti di esse.

LA MORIA Il ritrovamento di questa carcassa è però solo l’ennesimo di una lunga serie: da Barletta a Monopoli in poco tempo si sono spiaggiati 18 esemplari. «La causa – conclude Salvemini – sono le mareggiate degli ultimi giorni. Le tartarughe finiscono nelle reti a strascico e spesso muoiono per embolia, restando a galleggiare nel mare a diverse miglia dalla costa. Poi le onde le ributtano sulle spiagge». In questo caso mostrando anche lo scempio che l’uomo è in grado di fare.

lunedì 7 Gennaio 2019

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