Un weekend in cui soffermare lo sguardo, spesso sfuggente e distratto, sulle bellezze poco conosciute e inaccessibili del nostro Paese, grazie agli itinerari tematici e alle aperture speciali proposti dal Fai – Fondo Ambiente Italiano in 250 città italiane. È questo l’obiettivo delle Giornate Fai d’Autunno, in programma sabato 13 e domenica 14 ottobre . Da nord a sud della Penisola l’invito è quello di lasciarsi sorprendere dalla ricchezza del patrimonio diffuso italiano, scoprendo 660 luoghi in tutte le regioni. All’appello non mancano Giovinazzo e Molfetta che, grazie ai volontari del gruppo locale di Giovinazzo con l’ausilio di 20 studenti del Liceo classico e scientifico “Matteo Spinelli”, accompagneranno i visitatori in tre siti.
Il tema comune sarà: l’acqua come diritto prima che bisogno. Nelle società urbane preumanistiche – si legge in una nota - gli abitanti dotavano le loro case e i loro quartieri di una raccolta e riserva d’acqua per garantirsi questo diritto. Nelle nostre moderne democrazie questo diritto viene garantito sul piano civile con gli acquedotti pubblici sul modello dei r omani. Da qui la presenza nei palazzi storici e nei quartieri di vere di pozzo comuni e o di cisterne pubbliche per il prelievo dell’acqua.
Il pozzo e la cisterna del Casino Messere
(Casino Messere, Contrada Torre S. Matteo . Sabato 13 ottobre dalle 9 alle 17 (SS 16 Giovinazzo ‐Santo Spirito)
Il pozzo con la cisterna e il sistema di condotta delle acque assicuravano in passato, prima dell’arrivo dell’Aqp, il benessere alle famiglie che abitavano il Casino, ora noto come Casino Messere. Di antica costruzione, il complesso che si trova percorrendo la strada adriatica consolare “Giovinazzo‐S.Spirito”, apparteneva alla nobile famiglia calabra De Martinis, come testimoniato dallo stemma sull’arco d’ingresso. Nel 1831 la famiglia Messere, entrando in possesso di una metà del Casino, dovette affrontare il problema di gestione idrica della cisterna con la famiglia Marziani proprietaria dell’altra metà del Casino. Organizzata attorno a un cortile la struttura, ampliata e trasformata in villa a partire dal 1851 dal sig. M. Messere divenutone proprietario, presenta un edificio a due piani che ingloba una antica torre, un porticato e un ballatoio ideati nel 1868 da F. Messere, per collegare la residenza con il lamione e l’antica cappella.
Il “pozzo dei Mori” e il Palazzo Saraceno
(Palazzo Saraceno, Giovinazzo, centro antico, via Gelso 29. Domenica 14 ottobre dalle 9 alle 19,30)
Il pozzo, nel giardino pensile del Palazzo Saraceno, con la vera poligonale decorata in bassorilievo da quattro teste di mori (saraceni), celebra l’episodio della famiglia Da Girifalco che assunse il nome dei Saraceno allorquando un esponente della casata riuscì a debellare un guerriero saraceno. La presenza delle teste dei mori si ritrova, oltre che negli stemmi della famiglia, anche nell’apparato decorativo. Costruito tra i l XV e XVI sec il Palazzo, con decorazioni e stilemi di chiara influenza catalana, è una delle testimonianze di architettura palaziale rinascimentale che si caratterizza oltre per la fascia basamentale in bugnato, per la presenza in facciata di epigrafi intimidatorie, ammonimento per chiunque volesse nuocere la famiglia Saraceno, come ad esempio i Paglia, il cui palazzo si trova proprio di fronte. Inoltre, la presenza di un’epigrafe che riporta alcuni versi dell’Inferno dantesco dimostra la volontà della famiglia di far sfoggio del proprio uno spessore culturale.
L’Immacolata, fontana del villaggio
(Chiesa e Cisterna Molfetta, Piazza dell’Immacolata. Domenica 14 ottobre dalle 10 alle 19)
Piazza Immacolata, nel cuore di Molfetta, prende il nome dalla prospiciente chiesa e costituisce elemento di cerniera fra il tessuto settecentesco e l’ottocentesco ampliamento. Tra chiesa e piazza si crea un legame non solo urbanistico e architettonico ma soprattutto funzionale. Nella nostra terra assetata, dove le raccolte pubbliche d’acqua rappresentano nell’’800 il segno tangibile della modernità e dell’applicazione dei regolamenti d’igiene, la costruzione contestuale della piazza con la cisterna pubblica e della Chiesa dell’Immacolata rende possibile l’utilizzo delle acque provenienti dalle coperture dell’edificio per alimentare la stessa cisterna: la chiesa si fa “fontana del villaggio” in ogni senso. L’osservazione di tale rapporto simbiotico ci permette di dare la giusta attenzione ai due manufatti: la chiesa che presenta ancora segni del convogliamento dell’acqua e la cisterna pubblica. Nella chiesa si ammira l’organo del XVI sec olo proveniente dalla chiesa di San Francesco.
Per informazioni: tel. 02 467615399 fai.giovinazzo@gmail.com ‐ 3395726593 – 3475355606 www.giornatefai.it