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La sanità pugliese in forte affanno

La Redazione
Sanità in affanno
Liste d'attesa sempre più lunghe mancano medici, anche di base, e infermieri
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Per un risonanza magnetica bisogna aspettare aprile de 2023, per una più banale visita dall’otorino l’attesa è di più di tre mesi. Questa in estrema sintesi è la situazione della sanità pugliese dopo la pandemia. Liste d’attesa lunghe anche per gli esami clinici più banali. E non va meglio sulla medicina di prossimità, quella dei medici di famiglia. A Giovinazzo presto, dal prossimo luglio, alcuni medici di base andranno in pensione. E gli assistiti saranno distribuiti tra i loro colleghi ancora in attività. Anche se sono ben oltre la capienza massima prevista. E’ una situazione che si trascina da tempo. Manca il ricambio ormai da anni. La facoltà di medicina a numero chiuso infine ha prodotto questo. Ancor di più le poche borse di studio disponibili per le specializzazioni e che di fatto impediscono la professione in autonomia. Il Covid poi ha aggravato tutto. I medici disponibili in questo lasso di tempo sono stati assorbiti dagli ospedali per far fronte alla pandemia, lasciando la medicina di base sola con se stessa. Con l’«arrangiarsi». Vale per i pazienti come per i medici in servizio. Qualche giorno fa, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, già assessore alla Sanità pugliese, oggi semplice consigliere regionale, proprio a Giovinazzo aveva affermato che «a voler indire concorsi per l’assunzione di medici, non varrebbe la pena, andrebbero deserti perché mancano proprio i medici». Non solo i medici, ma anche il personale infermieristico e amministrativo. Insomma, oggi la sanità in tutte le sue forme e i suoi aspetti, sia quella di base che quella specialistica, è in forte sofferenza. Frutto di scelte sbagliate fatte anni fa di cui paghiamo oggi le conseguenze. L’assistenza ai malati di Covid, l‘assenza di posti letto e così via ha scoperchiato una pentola all’interno della quale i problemi si susseguono e non sono pochi. Con buona pace dei pazienti costretti a lunghe liste d’attesa, oppure a rivolgersi alla sanità privata, che nel corso di questi anni è stata senz’altro favorita dalle scelte di chi governa la sanità pubblica. 

venerdì 17 Giugno 2022

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