Attualità

C’è chi scrive e c’è chi non legge

Mino Ciocia
Mino Ciocia
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Quando la lettura di un articolo si ferma al solo titolo
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Quelli che sanno parlare bene li chiamano «analfabeti funzionali». Umberto Eco più prosaicamente li ha definiti «cretini». Chi sono? Tutti coloro che hanno qualcosa da dire o peggio, da criticare, attraverso i social, ma che in realtà non sanno neanche leggere. E di esempi ce ne sono tanti. Basta scorrere i commenti che accompagnano i vari articoli dei giornali telematici, o post pubblicati sui social. 

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Più che «analfabeti funzionali» in molti casi si tratta di analfabeti e basta. Non leggono, non sanno leggere, e se leggono non comprendono il senso delle parole. Fior di ricercatori hanno sottolineato in molte sedi questa amara verità. E tra questa massa, perché è una massa di persone, ci sono anche studenti liceali, imprenditori o pseudo tali, coloro che dovrebbero rappresentare il nostro futuro. Ma quale futuro si prefigura con costoro?  E poi, a seguire, tutti coloro che leggono solo i commenti e a loro volta commentano. Spesso mi chiedo se non sia il caso di accompagnare per mano i lettori. Mi rendo conto che troppo spesso la lettura di un articolo si ferma al solo titolo, e questo dà lo spunto per commentare, senza sapere esattamente cosa si sta commentando.

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L’esempio più lampante riguarda i casi Covid nelle scuole giovinazzesi.  Intanto i dati sono forniti dalle agenzie istituzionali che si occupano di questo. In questo caso è l’Epidemic Intelligence center che si occupa di monitorare la diffusione del virus nelle scuole. Nelle scuole non fuori dalle scuole. Quanto pubblicato si riferisce sempre alla settimana precedente, di nuovo, nelle scuole, non tra la popolazione studentesca. Nel senso che se alunni e studenti sono contagiati, non sono a scuola in quella settimana e quindi non vengono riportati. Sono stati conteggiati nel rapporto della settimana precedente, e se qualcuno nel frattempo si contagia, sarà riportato nella settimana successiva. È troppo difficile capire? C’è poi la Regione e la Asl che quotidianamente pubblicano dati che riportiamo per quel che sono senza commenti. C’è il Ministero della Salute, l’Agenas, la Fondazione Gimbe. Sono queste le fonti, nulla di inventato, e sono accessibili a tutti.

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Se quel che succede non è spiegato bene nei nostri articoli chiedo scusa, ma non si possono tollerare commenti che sono ai limiti della querela. C’è lo studente liceale che si sente un influenzer e condivide gli articoli sul proprio profilo per darlo in pasto alle sue presunte migliaia (?) di followers, bollandolo come falsa notizia, c’è chi non sa distinguere tra alunno e studente e pretende di dare lezioni, c’è chi fa gesti scaramantici alla lettura delle notizie legate al Covid. C’è anche colui che ammette di non aver letto l’articolo, di essersi fermato al titolo, e solo per questo si sente in dovere non di commentare, ma di denigrare. C’è chi è sicuro di conoscere mamme positive al virus che accompagnano i figli a scuola, positivi che vanno in giro e che non si sono autodenunciati. Tutto credibile? Perché, se siete così sicuri non segnalate a chi è preposto alla sorveglianza? Ci sono poi coloro che all’inizio della pandemia hanno affermato, commentando, che il virus è una invenzione dei poteri forti, più in là si sono espressi contro le chiusure, adesso che i vaccini sono inutili, contraddicendo quanto scritto da loro stessi settimane prima o giorni prima. E infine dicono e scrivono, che siamo giornalai e non giornalisti. Sono sempre gli stessi.

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Qualcuno ha mai sminuito il vostro lavoro? Intanto per fare questo mestiere si deve essere iscritti a un albo professionale e si è soggetti alla formazione professionale continua. Il liceale, il fotografo, la casalinga, possono scrivere su facebook dove non c’è bisogno di avere competenze. Possono scrivere tutti, ma attenti: non crediate di poter rimanere sempre immuni da ripercussioni. Tutto è concesso, è la linea di questo giornale, le opinioni altrui vanno rispettate, ma prima di criticare, sarebbe meglio fare autocritica e chiedersi: ma so leggere?   

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mercoledì 26 Gennaio 2022

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Alessandra
Alessandra
2 anni fa

I vaccini non sono inutili ma certamente meno efficaci del promesso, visto che ad oggi abbiamo più contagi dell'anno scorso quando però non c'erano ancora vaccini. E più o meno lo stesso numero di morti.

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