Giovinazzo ha un record. Negativo purtroppo. È agli ultimi posti per le reti di comunicazione attiva nella provincia di Bari. «Un buco nero» scrive il Comitato per la Salute Pubblica, «svettiamo per mancanza di collegamenti rispetto ai territori vicini, come Bari, Molfetta e Bitonto, in quanto a frequenza e intensità di telecomunicazioni». Il dato emerge dal rapporto sulla diffusione della fibra ottica appena pubblicato, e per l’assenza di antenne del 5G. Proprio sulle antenne di nuova generazione, una ordinanza del 2020 ne proibiva l’installazione su tutto il territorio comunale. «Fosse per Tommaso Depalma – scrive il Comitato – torneremmo a tamburi e segnali di fumo, paventando per il 5G non ben precisati rischi e pericoli. Insomma un ritorno a tanto tempo fa, quando chiamavano a rivolte contro le antenne noti telefonisti seriali». Il riferimento è al movimento contro le antenne di un decennio fa che protestava contro le installazioni su suoli pubblici, ma tacendo sulle installazioni su condomini e aree private. Eppure in tempi di smart-working, telemedicina, didattica a distanza, le reti telefoniche e informatiche dovrebbero essere una priorità. «Ovvio sottolineare – incalza il Comitato – la pesantezza dei danni inferti non solo ai giovani, tenuti lontano dalle applicazioni più recenti della telematica quanto a didattica e lavoro, ma anche ad anziani o ammalati che possono avvalersi delle risorse incredibili offerte dalle nuove tecnologie». Per risalire la china non ci vorrebbe molto. Si tratta di stringere accordi con le imprese di telecomunicazione. «Non sono lavori che impegnano risorse comunali – conclude il Comitato. Bisogna solo pedalare». La chiosa è evidentemente un eufemismo.
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