Attualità

Dal Consiglio dei Ministri il reddito di libertà per le donne vittime di violenza

La Redazione
No alla violenza sulle donne
«Per i percorsi di autonomia e di emancipazione e superare le condizioni di povertà»
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Reddito di libertà per le donne vittime di violenza. La novità è introdotta dal Decreto del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che stabilisce in 400 euro mensili e per un anno al massimo, il reddito per quelle donne, vittime di mal vessazioni, che sono seguite dai centri antiviolenza.

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La domanda per ottenere il reddito di libertà, come si evince dalla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2021, deve essere presentata all’INPS e deve essere avvalorata da documentazione che attesti lo stato di bisogno e il percorso di emancipazione intrapreso presso il centro antiviolenza.

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Il reddito di libertà potrà presto essere richiesto dalle donne vittime di violenza, sole o con figli minori, che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali.

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Dovrà essere presentata all’INPS utilizzando un modello predisposto dall’Istituto in cui la richiedente fornirà un’autocertificazione della propria condizione di bisogno.

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Alla domanda dovranno essere allegata la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro antiviolenza che segue l’interessata che attesti la sua adesione ad un percorso di emancipazione ed autonomia; la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento che ne certifichi lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

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Il contributo, per un massimo di 400 euro al mese per un anno, rientra nel pacchetto di misure finalizzate a contenere gli effetti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria, e riguarda specificatamente le donne in condizione di maggiore vulnerabilità.

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«Le risorse – è scritto nel decreto – sono finalizzate a favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà».

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Il reddito di libertà ha la funzione di sostenere la donna che vissuto violenza di genere per aiutarla a raggiungere l’indipendenza in tutte le sue forme. In particolare, si evidenzia che questo sussidio servirà a sostenere le spese volte al raggiungimento dell’autonomia abitativa, per esempio aiutando la donna a pagare un affitto; per riacquistare l’autonomia personale; per supportare eventualmente il percorso scolastico e formativo dei figli minori, se presenti.

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Il reddito di libertà, tra l’altro, proprio per i fini specifici per cui è destinato, non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come, ad esempio, il reddito di cittadinanza.

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lunedì 26 Luglio 2021

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