Carlo Marzo, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Di Venere di Bari, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali U.S.P.P.I. medici, e il segretario regionale della confederazione sindacale U.S.P.P.I. comparto Nicola Brescia, hanno scritto al direttore generale Domenico Colasanto e al direttore sanitario Silvana Melli dell'A.S.L. di Bari.
Entrambi denunciano la gravissima carenza di personale sia medico che infermieristico dei pronto soccorso dell'Azienda Sanitaria Locale barese, con conseguente difficoltà e rischio per la assistenza in emergenza e urgenza sino al rischio di collasso del sistema dal mese corrente di dicembre.
«Tale carenza – scrivono in una nota – riguarda quasi tutti i punti di primo intervento della A.S.L. di Bari ed anche gli ospedali di maggiore rilievo e dimensione con gravissime ripercussioni sulla capacità operativa ed assistenziale degli stessi.
Le carenze sono determinate dal mancato rinnovo degli incarichi in scadenza, dalla mancata attuazione delle mobilità in essere e dalla mancata programmazione ed attuazione tempestiva degli arruolamenti necessari rispetto alle necessità conosciute dei pronto soccorso della A.S.L., in sostanza dalla incapacità gestionale e dal disinteresse burocratico alla emergenza ed urgenza.
Così come non viene attuato, per ragioni incomprensibili ma evidentemente non estranee all’interesse di qualche gestore del sistema, il programma di trasformazione dei pronto soccorso e di attivazione dei punti di primo intervento, che dovrebbe anche esso contribuire a dare certezza al sistema dell’emergenza.
Criticità estrema anche nel S.E.T. 118 dove oramai emergono quotidianamente, anche sulla stampa, le inefficienze e le contraddizioni di una gestione personalistica ed approssimata, che mette in pericolo la sicurezza degli operatori e la funzione stessa del sistema, comunque molto oneroso per i contribuenti.
La situazione – proseguono – come descritta appare gravissima alle organizzazioni sindacali U.S.P.P.I. (medici e comparto) e direttamente portatrice di rischio grave per gli utenti e i pazienti gravi che si rivolgono al 118 e ai pronto soccorso dell'A.S.L. di Bari, così come per gli operatori dell’emergenza costretti ad operare in situazione di grave carenza e difficoltà».
Le organizzazioni sindacali U.S.P.P.I. (medici e comparto) chiedono al direttore generale Domenico Colasanto e quello sanitario Silvana Melli, «un immediato intervento per correggere le suddette gravi situazioni di rischio per la salute dei cittadini e per garantir almeno la assistenza in emergenza e urgenza ai pazienti che per necessità grave si rivolgono al 118 ed ai pronto soccorso di questa A.S.L.».
In caso di ulteriore inerzia o ritardo le organizzazioni sindacali U.S.P.P.I. (medici e comparto) saranno costrette a «denunciare direttamente la situazione alle competenti autorità di governo e giudiziarie».
Più che l’assistenza, direi a rischio L’ESISTENZA nei pronto soccorso, almeno in quelli strutturati e organizzati come il nostro. Non cambia la situazione nei pronto soccorso di Molfetta ,Bitonto, Terlizzi, in tutti quelli cioè non supportati da una struttura ospedaliera attrezzata per fronteggiare ogni emergenza. Possono certo servire a risolvere piccole urgenze non comportanti pericolo di vita, (c’è però da chiedersi se i costi sono giustificati, e se non sia meglio concentrare le risorse). Se però il caso è un po’ serio, questi presidi possono persino trasformarsi in trappole mortali, purtroppo! Trappole, è così. Ma le scelte politiche, poco tecniche e molto populiste, piuttosto fomentano l’insurrezione popolare quando si ipotizza la chiusura di una di queste scatole vuote, buone solo come serbatoi di voti. Vedi ciò che è accaduto nei paesi limitrofi. Intanto , la sanità stessa è entrata in coma!
Condivido l’analisi di vincam, purtroppo in uno Stato che si impoverisce viene meno lo Stato Sociale e quindi anche la Sanità. Bisognerebbe concentrare le risorse puntando su un trasporto efficente (ambulanze) verso centri di soccorso attrezzati centralizzati.
Quando si scrivono i post, bisogna aver il coraggio di voler FARE qualcosa.Vi siete mai resi conto , quanti USCIERI ci sono nelle ASL? a migliaia.Stiamo pagando il frutto dei cattivi politici, del clientelismo, del favore contro un posto di lavoro ecc., andate alla ASL vicino alla FIERA del LEVANTE e ve ne renderete conto di persona. Gran parte di questi, furono tutti assunti col PSI e dico a migliaia. Ora si grida allo SCANDALO ed è giusto.Questa guerra l’ho combattuta da solo nel POLICLINICO e gli ho PIEGATI. Ma quanti sarebbero capaci a farlo ? Guardatevi prima allo specchio e dopo decidete ! Chi mi conosce sa che sono un uomo di azione , ma sappiate me hanno fatti di tutti colori, mentre io sono ancora qui, tutti poi sono morti o lasciati per strada morendo nella vergogna. a presto.
E forse i politici di turno dovrebbero essere più preparati e incisivi per intervenire sul processo quando si è ancora in tempo. Il caso dell’oncologico, che risale a ieri, dimostra che gli interventi politici, se concentrati in maniera opportuna, riescono a intervenire su processi complessi.
Non è che si voglia sempre fare i paragoni, che non servono, ma un po’ di umiltà avrebbe suggerito di sforzarsi di capire come hanno fatto i precedenti amministratori a ripristinare e a mantenere il funzionamento di quelle strutture anche in presenza di periodo estremamente critici e di radicali cambiamenti.
Non è che l’amministrazione si concretizzi in piccole, sporadiche e magari sconnesse operazioni di immagine (area pedonale, pista ciclabile da realizzare in 20 giorni, feste, festini e canti!!!). E chi guarda un po’ oltre a progetti di più lungo respiro? Ci sono città che in questo periodo stanno investendo molto sulle prospettive.
Fra qualche anno diremo che le colpe sono dei vecchi amminist
Tranquilli e sereni ,San Tommaso ,nikki nikki Vendola sanno come cautelare il popolo per la sanità.
E ti pareva che non si metteva in mezzo l’amministrazione! Chiederemo al sindaco di mettersi alla guida dell’ambulanza.
Solo un breve quesito al 6@. Ma cosa credi che faccia o debba fare un’amministrazione locale?? Panchine, feste e che altro? Hai qualche idea? Hai mai sentito il detto : piove governo ladro? Sai a che si riferisce?
Il problema non é la carenza del personale o mancanza di risorse economiche, ma sicuramente la cultura di non lavorare che regna sovrana, non solo a Giovinazzo.
A mio avviso mancano i controlli per debellare questo triste problema e soprattutto per dimostrare ai fannulloni che oggi come oggi il lavoro é sacro e bisogna rispettarlo e soprattutto meritarlo.