È finita con un secondo posto l’avventura di Michele Notarangelo alla 24 ore di Reggio Emilia, ma poteva andare anche meglio. Nello scorso weekend al “Campo Volo” della città emiliana si è corsa l’ultramaratona organizzata sotto l’egida della Iuta (l’Italia ultramarathon and trail Association) in collaborazione con Centro terapia riabilitativa di Reggio Emilia, università di Urbino e tricolore Sport Marathon. La vittoria della gara, che è servita anche come test scientifico per verificare la reazione del corpo sottoposto ad un tale sforzo, andata a Alessandro Bruzzi del Team Bike 2000 che ha percorso 218 km, ovvero 215 giri dell’anello lungo poco più di un km.
Notarangelo, assistito in gara dalla moglie Gina e da Ciro Medolla, si è dovuto accontentare, sa fa per dire, della seconda piazza (208 km per 205 giri) a causa di un problema di ipotermia dovuto alla forte umidità durante le ore notturne della gara. «Poteva andare meglio – spiega Notarangelo -. Dalle 23 all’1 sono dovuto rimanere fermo, poi il medico mi ha dato l’ok per proseguire. Ho cercato di recuperare ma non ci sono riuscito». L’obiettivo dell’ultramaratoneta giovinazzese era raggiungere i 220 km. «Era un risultato alla portata, ma in gare come queste sono inconvenienti che capitano», aggiunge.
Dopo il record italiano nella “sei giorni” di maggio scorso, il corridore residente a Vignola si sta sempre più specializzando nelle gare di un giorno, inseguendo l’obiettivo di un convocazione in nazionale: «Sono sotto osservazione, se dovessi raggiungere l’obiettivo dei 220-225 km sarei titolare», afferma.
In questo finale di stagione però Notarangelo si dedicherà alla maratona, correndo quella di Reggio Emilia e probabilmente anche la Maratona delle Cattedrali in programma il 17 dicembre. «Nel 2018 mi concentrerò sulle gare di 24 ore, ma ho in meno di tornare in Ungheria, per la sei giorni».