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2ore e 52minuti, l’impresa di Giuseppe Volpicella a New York nel nome dello zio Antonio

Nicola Palmiotto
Giuseppe Volpicella alla maratona di New York
Il giovinazzese 542esimo all'arrivo su oltre 55mila partecipanti. La dedica al parente scomparso il venerdì prima della gara
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Il freddo e l’umidità. Il vento che fischia nelle orecchie mentre corri solitario sui ponti. Il ruggito della folla quando vai verso l’arrivo. Ma anche la tristezza nell’animo per la scomparsa di un caro parente a 48 ore dalla gara. È un miscuglio incredibile di sentimenti contrapposti il racconto della maratona di New York di Giuseppe Volpicella, l’atleta della Biancoverde Giovinazzo che domenica ha completato gli oltre 42 km del percorso in 2:52:50, piazzandosi al 542esimo posto sugli oltre 55mila partecipanti (3000 dei quali erano italiani).

La dedica a zio Antonio – «È andata bene, anche se faceva freddo e c’era molta umidità, infatti al 32esimo km ho avuto una crisi, ma in una maratona è abbastanza normale», racconta Volpicella. Il venerdì prima della partenza il podista aveva perso zio Antonio, fratello del papà, che risiedeva in America e che l’avrebbe dovuto attendere al traguardo. «Sono arrivato in America il martedì, lui se n’è andato qualche giorno dopo. In gara non c’ero tanto con la testa, ero molto legato a lui. Questa impresa gliela dedico: ho corso lungo le strade dove lui ha lavorato, ho dato tutto», aggiunge.

Una maratona blindata – Ma la 47esima edizione della maratona di New York è stata anche quella dell’ansia per il timore di attacchi terroristici, all’indomani del tragico attentato del primo novembre scorso: «C’era un dispiegamento di forze di polizia enorme – racconta -, per arrivare in griglia ho dovuto superare 10 controlli e tre perquisizioni con il metal detector. Ma tutto il percorso era presidiato con i camion della nettezza urbana che occupavano le strade laterali. Diciamo che questa è stata l’ennesima sfida per New York, disputare lo stesso questa gara per dimostrare di non aver paura dei terroristi».

Le emozioni – Oltreoceano come ovvio vale sempre la fratellanza tra giovinazzesi. Volpicella la sera prima della gara è stato ospitato da Nick Prudente e dalla sua famiglia, residenti al Queens, che poi l’hanno accompagnato verso la partenza. «Tranne che sui ponti – osserva Volpicella – c’è sempre tanta gente lungo il percorso pronta ad incitarti: i bambini che ti danno il cinque e tutti gli altri che ti fanno i complimenti. Il momento più bello arriva quando scendi dal ponte di Queensborough e svolti a sinistra per prendere la First Avenue. Corri in silenzio per 2 miglia, poi arrivi giù e senti il ruggito della folla che ti dà una scarica di adrenalina enorme. Ho tentato di rimanere concentrato e di non farmi prendere dall’entusiasmo. È ovviamente molto bello anche la finish line a Central Park, lì c’è un’ultima salita ma non la senti per niente».

Volpicella è alla sua seconda esperienza a New York, in totale ha corso sette maratone ma «quello che ti dà questa gara non te la dà nessun altra», afferma. Per preparasi il podista, che presta servizio nelle forze armate a Torino, si è allenato per dodici settimane, seguendo i consigli di Franco De Anna e di Roberta Fiorentino. Il prossimo obiettivo? «In futuro mi piacerebbe correre anche Boston e ad Atene, dove tutto è cominciato».

martedì 7 Novembre 2017

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Francesco Dagostino
Francesco Dagostino
6 anni fa

Complimenti Giuseppe..grande prestazione…un valido rappresentante del nostro piccolo paese..

Francesco Stallone
Francesco Stallone
6 anni fa

Grande Giuseppe, icona del significato della parola sport.

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