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Giovinazzo-Mongelli, è amore: «Questa la mia piazza ideale»

La Redazione
Michele Mongelli
Il laterale molfettese si presenta: «Qui ci sono potenziale e ambizioni». La benedizione di Bellarte: «È un gran giocatore»
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È bastata poco meno di un’ora,ndurante la prima sgambata stagionale, per far scoppiare l’amore tra MichelenMongelli e il Giovinazzo C5. Il laterale molfettese classe ’91, lo scorso annonin serie C1 con la maglia delle Aquile Molfetta, ha subito convinto mostrandonlampi di gran classe. Oltre a sfoggiare una forma fisica invidiabile, hansfoderato assist d’autore e grandi giocate, prendendo per mano la squadra comense fosse biancoverde da una vita.

«Ho scelto Giovinazzo – esordisce Mongelli in un comunicato diffuso dal club biancoverde –nperché sono sicuro che questa sia la mia squadra ideale, la piazza giusta pernme, per migliorare ancora. C’è stata fin da subito grande sintonia, ilndirettore sportivo Gianni Lasorsa ha creduto in me e mi ha presentato unnprogetto serio ed ambizioso, irrinunciabile, che ha basi solidissime come lancoesione tra la società, lo staff, la squadra ed un allenatore preparato comenRoberto Chiereghin».

E l’impressione che gli ha dato il Giovinazzo C5 ènsicuramente positiva: «È un ambiente speciale, con della gente calorosa endisponibile ed una tifoseria passionale. Ho voluto fortemente il Giovinazzo C5n– spiega – e sono contento di far parte di questo gruppo, di lavorare pernquesta società e di giocare per questa città». Il suo primo obiettivo è quellondi esprimere il meglio di se stesso, «dimostrando e mettendo in atto – continuan– tutto ciò che ho imparato in questi anni di futsal» in giro per lo stivalenitaliano, con le maglie di Molfetta (dapprima sponda Real, in serie B, poi connle Aquile in serie C1), Verona C5 (con cui ha conquistato una promozione innserie A) e Acqua&Sapone Emmegross (sempre in serie A) sino al desiderio (che,nperò, fino ad oggi è rimasto solo un sogno) di indossare la maglia dellanNazionale dopo essere stato convocato nell’Under 21 azzurra ed aver avutonl’onore di giocare con la Rappresentativa pugliese. Rammaricato per quello chenpoteva essere e non è stato? «No, – risponde Mongelli – sono invece soddisfattondi quello che allo stesso tempo ho dato ed ho ricevuto, ad esempio, dallanmassima serie di questo sport. Un’esperienza d’impatto, un lavoro bellissimonche è terminato nel migliore dei modi. E oggi, a distanza di alcuni anni, lanmia idea sul futsal non è mutata affatto: non riesco proprio a farne a menonperché mi stimola confrontarmi con altri ragazzi che condividono la mia stessanpassione», ha spiegato Mongelli.

Un amore smisurato il suo, una folgorazionenirrefrenabile che potrebbe spalancargli la strada verso obiettivi prestigiosi:n«L’umiltà, lo spirito di sacrificio e la grande compattezza del nostro gruppo –ndice ancora – saranno le basi sulle quali costruire qualcosa di grande:npuntiamo ad un campionato di vertice, con tanto orgoglio ed entusiasmo, ma conni piedi ben piantati sul parquet». Una filosofia di vita, prima ancora che unanfilosofia di gioco, applicata al futsal, forse made in Massimiliano Bellarte, ilnfilosofo del futsal, che dopo aver vinto praticamente tutto quello chenc’era da vincere in Belgio alla guida dell’Halle-Gooik è tornato in Italia, alnReal Rieti. E che, tre anni dopo (era l’inverno del 2014 quando il trainer dinRuvo disse sì al suo ingaggio con l’Acqua&Sapone), è pronto a scommetterenancora sulla stella di Molfetta: «Michele è un gran giocatore. Grande perchénpossiede la dote migliore che un giocatore, già formato tecnicamente, dovrebbenavere: la disponibilità. Nel periodo che è stato con me – ricorda Bellarte – ènstato disponibile all’allenamento, al cambiamento, alla fatica, alla delusionenche gli ho dato alcune volte non preferendolo ad altri. La disponibilità di unngiocatore lo fa grande. La bontà della persona poi, è qualcosa che lo rendenspeciale».

lunedì 24 Luglio 2017

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