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Michele Notarangelo: «Vi racconto come ho ottenuto il record italiano»

Nicola Palmiotto
Michele Notarangelo alla Emu Race
Il runner giovinazzese è il primatista nelle gare di sei giorni con 821,163 km
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La storia di Michele Notarangelo è per certi versi pazzesca. In sette anni è passato da zero al record italiano (821,163 km) di ultramaratona (nelle gare di sei giorni), ottenuto in Ungheria alla Emu Race che si è corsa a maggio scorso. Sulle rive del lago Balaton il podista giovinazzese, che corre con la Impossible Target di Sesto San Giovanni, ha ottenuto anche il quarto posto assoluto.

«Sette anni fa non correvo proprio. Un anno dopo ho cominciato con la maratona e poi la prima 50 km. L’obiettivo di battere il record di Lucio Bazzana, che nel 2012 ne aveva percorsi 814, ce lo avevo in mente da un po’».

Bazzana lo ha sentito? Le ha fatto i complimenti?

«No, non mi ha chiamato. Ma va bene uguale».

Notarangelo, quella del 2017 è la sua migliore prestazione alla Emu Race?

«Sì. Le prime due volte sono arrivato intorno al decimo posto. Poi quest’anno il salto di qualità»

Qual è il segreto, se c’è un segreto, dietro il record?

«Da un anno e mezzo sono seguito da due persone, Adolfo Mendola della Dodina Bike e Alessandro Bruzzi. Sotto la loro supervisione ho cambiato il modo di allenarmi. Prima per preparare la gara facevo tanti km e arrivavo stremato all’appuntamento. Adesso abbiamo cominciato a fare dei test sulle gare di 24 ore, abbiamo puntato sulla velocità. Faccio più km in bici e lavoro in palestra. Si tratta di lavori mirati per evitare i traumi alle articolazioni e poi ho perso anche qualche kg. I risultati si sono visti in Ungheria».

Qual è stato il momento decisivo della gara?

«Sono andato lì con un programma preciso. Ogni giorno avevo una tabella di marcia da rispettare. Il primo giorno dovevo fare 160 km, il secondo 134 e così via. Gli altri anni correvo seguendo un po’ la classifica, invece stavolta mi sono concentrato sull’obiettivo di battere il record italiano. Con un po’ di lucidità in più e un supporto di qualcuno sul posto forse avrei potuto arrivare anche terzo».

Come ha festeggiato il record?

«Lì per lì ero contento. Ma non mi ero ancora reso conto. Quando sono tornato in Italia mi hanno fatto una grande festa».

Dopo il terzo posto alla 24h di Cesano Boscone sembravano si fossero finalmente aperte le porte della nazionale per i mondiali di Belfast. Poi cos’è successo?

«Sono stato inserito nel listino, ma quest’anno per motivi economici hanno ridotto la squadra da 14 atleti a 7. Non ci fosse stato questo intoppo sarei rientrato. Peccato, quest’anno è andata così. L’obiettivo adesso è il campionato europeo che si terrà l’anno prossimo».

venerdì 2 Giugno 2017

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