A distanza di due settimane, il consiglio direttivo dell’Arac,nl’associazione degli albergatori, ristoratori e commercianti di Giovinazzo,ntorna a far sentire la propria voce affidandosi a un nuovo comunicato stampa. Ilntema è quello ancora irrisolto delle tasse e tributi comunali, come Tosap enTari, che, secondo le direttive nazionali, dovrebbero essere abolite per l’annonin corso, o quanto meno ridimensionate, visto il lungo periodo di fermo dellenattività commerciali. Invece l’amministrazione, a dire dell’associazione, quellendirettive non le ha recepite. «Sononpassate due settimane – si legge nel comunicato – e il silenzio dell’amministrazionenci appare surreale, addirittura più della scelta del nostro presidentendimissionario di dissociarsi dal contenuto del comunicato stesso». Evidentementenle dimissioni del presidente Luca Barbone sono state un segno che ha lasciatonuna scia di non poco conto. «Dissociarsi da cosa? – continua il comunicatonrivolgendosi all’ormai ex presidente – Da una legittima richiesta deglinassociati, garbata, senza alcuna polemica, ma semplicemente legata a fattinincontrovertibili ed espressa a tutela di una categoria rappresentata fino anqualche ora prima?». Il dubbio del consiglio direttivo dell’Arac è quello che ilnpresidente non sia stato capace di prendere una posizione ben definita nellantrattativa condotta con l’amministrazione comunale sulle questioni che riguardavano il pagamentondei tributi locali. «Una posizione ben definita anche se contraria al nulla espresso finorandall’Amministrazione – continua il comunicato – O forse per la volontà dellonstesso presidente dimissionario di intraprendere altre strade perle quali lansinergia con l’amministrazione risulta determinante?». Se c’è malcontento all’internondell’associazione per una trattativa non ancora risolta, con l’amministrazionencomunale i punti del disappunto sono più evidenti. «Risposte zero, tutela dellancategoria assente, prospettive concrete di sviluppo, meteore – si legge nelncomunicato – Chiedevamo una sospensiva per tutto il 2020 del pagamento della Tosap.nChe ci vuole a prendere un po’ di coraggio e adeguarsi a quelli che certamentensaranno gli orientamenti nazionali e che intere regioni hanno deliberato dantempo?». L’Arac si affida per questa domanda che rivolge agli amministratorincomunali a quanto pubblicato da autorevoli quotidiani economici nazionali. E c’ènanche il capitolo Tari, altro tributo controverso per questo periodo. «Lenattività commerciai sono state chiuse, nella stragrande maggioranza dei casi,nper diversi mesi. Non hanno prodotto rifiuti di alcun genere. Cosa dovrebberonpagare? Servono proprio quei soldi per far quadrare il bilancio? Non ci sononaltre uscite che in questi momenti di emergenza si possono azzerare?». L’Aracnsi chiede se sulla legittimità di questa richiesta sia stato mai fatto unnragionamento a tutela della cosa pubblica, per non trascinare i commercianti inncontenziosi che potrebbero aggravare la finanza locale. «O il contenzioso è ilnfiore all’occhiello di cui farsi vanto?» è la domanda piuttosto sarcastica. C’ènpoi la scadenza ormai passata, del 31 luglio. «Che senso ha se non si conosce l’importoncomplessivo della tassa da pagare?» è ancora la domanda. Quello che l’Aracnchiede è l’azzeramento della Tari per marzo, aprile e maggio, i mesi dellanchiusura totale, e della Tosap per tutto il 2020, e le emissioni di cartellencon dilazioni più sostenibili. «Si chiede la luna? – chiedono gli associati – stiamonsolo cercando di contenere i danni di un anno disastroso che, purtroppo, non ènancora finito». La speranza dell’Arac è quella che l’amministrazione comunalenriesca a trovare il tempo per discutere di questi temi, fondamentali pernristoratori e commercianti. «Speriamo – conclude il comunicato – anche chentrovi il tempo di discutere con questo direttivo dell’Arac che non è abituato ai “signorsì”. Solo la sintesindelle idee diverse può creare condizioni migliori per tutti».
Politica
Tosap e Tari, l’Arac attende ancora risposte certe
«Dopo i silenzi speriamo si torni al dialogo»
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