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Pista ciclabile, Primavera Alternativa all’attacco: «Una odissea»

La Redazione
Pista ciclabile Giovinazzo - Santo Spirito
Nel mirino le criticità emerse dal rapporto degli ispettori ministeriali
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«Una vera e propria Odissea quella della ciclovia che collega Giovinazzo a Santo Spirito, sinora costata alla collettività centinaia di migliaia di euro (di cui quasi centomila comunali) e che a più di due anni dalla sua realizzazione non riesce ancora a vedere la fine». Comincia così una nota di Primavera Alternativa dedicata alla vicenda della ciclabile sul litorale verso Santo Spirito, oggetto ieri sera di una conferenza stampa durante la quale sono state illustrate le criticitià che sarebbero emerse dal rapporto degli ispettori ministeriali.

«Una vicenda – prosegue la nota – che si è complicata dopo la relazione degli Ispettori del Ministero dei Trasporti, che ha evidenziato le seguenti gravi criticità ed illegittimità: assenza di una ordinanza che ne disciplini la circolazione; irregolarità tecniche e non conformità della larghezza delle corsie e carreggiate; in particolare le corsie su cui transitano pullman e mezzi pesanti hanno una larghezza di soli mt. 2,75, a fronte dei mt. 3,50 richiesti dalla normativa; irregolarità delle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, e ciò nonostante esse siano state già oggetto di lavori di “implementazione della sicurezza” con impiego di decine di migliaia di euro di fondi comunali. A tutto ciò l’amministrazione ha cercato maldestramente di porre rimedio con una delibera di Giunta del 20 marzo 2018, con la quale si è riclassificato quel tratto di strada come “strada locale urbana – categoria F”. Ma come spesso accade per l’Amministrazione Depalma la toppa rischia di rivelarsi peggiore del buco, perché una strada urbana di tipo F deve obbligatoriamente: avere banchine ai lati delle corsie di 0,50 cm e, per ogni lato, marciapiedi di larghezza minima 1,50 mt; qualora sia transitata da bus del servizio pubblico, avere corsie di almeno 3,50 mt, per una larghezza complessiva di 7,00 mt».

«Nessuna di queste condizioni -afferma il movimento politico – risulta rispettata. Ma non basta: il D.M. n. 557/1999, all’art. 6, prevede che “sulle strade locali urbane, le piste ciclabili devono essere sempre realizzate su corsie riservate”, cioè prive di cordoli e ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli. Di contro, la configurazione attuale della ciclabile è quella in sede propria, a doppio senso di percorrenza, con cordoli che separano fisicamente i ciclisti dal traffico veicolare. Difficile non prevedere, a questo punto, altro sperpero di danaro pubblico per ulteriori correzioni e, verosimilmente, la deviazione del transito dei bus sulla parallela SS 16 bis, con enorme disagio dei residenti».

«Insomma – conclude Pva -, un’opera inutile e pericolosa, per cui si spendono centinaia di migliaia di euro. Ci si rende conto che l’opera è da correggere e si spendono ancora altri soldi, questa volta prendendoli direttamente dalle tasche dei Giovinazzesi. Ma l’opera è e rimane illegittima. Ed allora, un estremo e beffardo tentativo: una “toppa” finale che si rivela ancora peggiore del buco, che rende così l’opera, oltre che inutile, anche contra legem».

giovedì 3 Maggio 2018

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