Assessore Sala, appena nominata ha dovuto gestire la patata bollente delle nuove normative ministeriali sulla sicurezza. È stato un battesimo del fuoco?
«Mi pare che abbiamo affrontato la situazione con immediatezza e con buoni risultati. Non ci sono stati problemi e non sono saltate le manifestazioni. Più che altro abbiamo spostato le location, individuando nella villa comunale il luogo più indicato. Abbiamo risolto il problema senza gravare sulle associazioni che avevano già organizzato questi eventi e che non avevano previsto ulteriori spese per la sicurezza»
Lei ha trovato il cartellone dell’Estate giovinazzese quando ormai era bello e fatto: come lo giudica?
«È un cartellone vario. Cerca di accogliere gli interessi un po’ di tutti. Ci sono eventi come StrArte, Artestate, varie manifestazioni teatrali e di poesia, ma anche spettacoli come “Campioni di ballo” o la sfilata di moda che ci sarà a Ferragosto. Anche all’interno degli stessi concerti musicali ci sono vari generi: dal rock, che avremo in questi giorni, ma c’è stato anche il concerto lirico sinfonico. Si è cercato di accontentare tutti i gusti e le età. Lo reputo un cartellone vario ed interessante».
In futuro invece come le piacerebbe che diventasse l’Estate giovinazzese?
«Gli spettacoli dovrebbero orientarsi verso un evento un po’ più di grido, ma chiaro che bisogna poi fare i conti con le disponibilità economiche. Un evento che sia in grado di attirare turisti al di là della nostra cerchia ristretta di Giovinazzo e paesi limitrofi, ma anche, a fronte di una buona pubblicità, da tutta la regione e non solo. Mi piacerebbe creare un evento che diventi sinonimo di Giovinazzo e che tutti conoscono sul territorio nazionale».
Magari come il “Libro possibile” di Polignano.
«Per esempio quella è una manifestazione che ha avuto un enorme successo a livello nazionale. Certo mi rendo conto che è un’aspirazione un po’ alta ma se ci riuscissimo potrei dire di aver raggiunto l’obiettivo».
Riguardo gli eventi, una delle parole che si sente ripetere spesso è destagionalizzazione.
«Sono pienamente d’accordo. Viviamo in una città che ci permette di vivere quasi 12 mesi su 12 perché il clima ce lo consente. Non ritengo sia utile concentrare tutto nei mesi di luglio, agosto e settembre. Giovinazzo esplode di vita questo periodo per poi un po’ assopirsi. Comunque la proposta culturale si è già destagionalizzata, con eventi magari un po’ meno di massa e un po’ più di nicchia».
Nella relazione programmatica presentata qualche giorno fa da Tommaso Depalma, cultura e turismo erano i due punti in cima alla lista: è stato un caso o l’amministrazione punta forte su questi temi?
«Sono settori che generano economia. Giovinazzo è un paese che si dovrà basare principalmente su questa economia generata dal turismo. Turismo e cultura vanno di pari passo. Eventi culturali di una certa risonanza attirano turismo; il turismo genera un indotto, mette in moto tutte le categorie».
Che tipo di turismo avete in mente?
«Noi viviamo un periodo in Puglia in cui il turismo è in forte sviluppo. Quindi dobbiamo approfittare di questo trend positivo per pubblicizzare il nostro territorio, per poter fare di Giovinazzo una cartolina da proporre al di fuori dei confini regionali. Tramite iniziative mirate, interventi strutturali sulla nostra città; per esempio nel borgo, che sicuramente ha una potenzialità espressa solo in minima parte e che ha ancora tanto da dire. Del resto il Sindaco ha già annunciato che ci sarà un progetto di riqualificazione del centro storico. Poi vanno potenziate le strutture; in questi ultimi cinque anni sono aumentati i bed&breakfast, adesso bisogna concentrarsi non solo sul turismo veloce ed economico ma magari su un turismo un po’ più di élite che viene a Giovinazzo per trascorrere dei giorni tra bellezza, cultura, mare e cultura gastronomica».
Va forse visto in quest’ottica anche l’incontro di qualche giorno fa con Ettore Mocchetti, direttore di Architectural Digest Italia?
«Mocchetti è rimasto incantato. Lui ovviamente ha un occhio esperto, ma è restato sorpreso soprattutto dal nostro borgo. Ritiene che sia uno dei pochi in Italia così integri anche nella sua anima; ha detto che solo in Toscana ne esistono ancora di simili. Il consiglio che ci ha dato è quello di valorizzarlo al meglio e di renderlo noto al mondo intero, perché è un bene prezioso di cui noi giovinazzesi non dobbiamo essere gelosi ma dobbiamo condividerlo. Questo sarà un punto di svolta del turismo a Giovinazzo, puntando magari anche sulle spiagge, cercando di attrezzarle diversamente anche per il turista che viene da fuori».
Quindi un turismo che non punta ai grandi numeri.
«Non credo ci potrà essere quel turismo di massa che invade il nostro paese. La destagionalizzazione del turismo ci porterà, anche grazie al clima favorevole, ad avere turisti durante tutto l’anno. Magari nella stagione estiva se ne concentreranno anche meno, perché cercano serenità e non quel divertimento tipico dell’estate».
Marianna Paladino, l’assessore che l’ha preceduta, ha recentemente ricevuto una delega da parte del Sindaco in materia di cura e promozione dei beni storici, architettonici, paesaggistici e librari. Come va letto questo incarico?
«Di lavoro ce n’è da fare per tutti. È giusto che la dottoressa Paladino continui a seguire il progetto culturale che aveva improntato lei: è un figlio suo, che adesso vedrà crescere e svilupparsi. È chiaro che tra di noi ci sarà un coordinamento. Ma c’è tutto un lavoro di squadra all’interno dell’amministrazione, anche tra i vari assessorati. È chiaro che se lavoriamo in sinergia anche con le deleghe consiliari e le commissioni riusciremo a svolgere un lavoro più completo e più mirato all’obiettivo che vogliamo raggiungere».