Politica

Emiliano in città, Nico Bavaro: «Depalma chieda al presidente risposte su pronto soccorso e treni»

Nicola Palmiotto
Nico Bavaro
Il segretario regionale di SI: «Il governatore viene ad imprimere il marchio definitivo della sua presenza sull'amministrazione comunale»
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Nico Bavaro, come giudica la visita del presidente Emiliano a Giovinazzo?

«Sembra che Depalma stia in qualche modo pagando un pegno nei confronti del governatore. Ha l’atteggiamento del questuante con il cappello in mano, fa venire il presidente in una città che ha preso parecchi schiaffi in faccia dalla Regione ma non fa mai domande al presidente sulle scelte che ricadono sul territorio».

Per esempio?

«La questione pronto soccorso: un punto primo intervento che rimane aperto solo 12 ore è una scelta scellerata. È normale che una città che si voglia dire turistica non abbia un presidio h24? È normale che un paese con un alto numero di pendolari sia fatto fuori dalle tappe intermedie dei treni regionali e chi deve andare a Bari in una determinata ora sia costretto a fare avanti e dietro tra le varie stazioni? Solo per stare a questi due temi penso che piuttosto che parlare di chiacchiere, se Depalma ha a cuore la sua città farebbe bene a chiedere ad Emiliano risposte su queste cose. Ma potremmo parlare anche della gestione della discarica o dell’impianto di biostabilizzazione».

Il suo giudizio però allude anche ad un risvolto politico della visita del presidente.

«L’incontro ha tutti i crismi dell’ufficialità istituzionale, ma secondo me in maniera più prosaica Emiliano viene ad imprimere il marchio definitivo della sua presenza sull’amministrazione Depalma, considerando anche come’è andato il secondo turno delle elezioni».

Cos’è successo al secondo turno?

«Quello che si presentava come candidato sindaco del Pd, Antonello Natalicchio, aveva garantito il suo sostegno e quello del suo partito a Daniele de Gennaro, senza alcuna forma di apparentamento né di accordo sotto banco. Questa cosa aveva fatto gridare allo scandalo Depalma e i suoi, che avevano parlato di inciucio. A cose fatte abbiamo scoperto poi che Depalma ringrazia Emiliano, mentre Lacarra in un più di un’intervista fa notare come nessuno della coalizione di de Gennaro avesse chiesto un appoggio ufficiale a Bari. Rinforza tutto quello che abbiamo sempre detto: Giovinazzo è un feudo di Bari. Se non vai a fare la scala santa a Bari questi sono capaci di sconfessare quello che era il candidato sindaco del loro partito e di appoggiarne un altro».

Quindi dopo la convergenza elettorale tra voi e il Pd, ognuno di nuovo per la sua strada?

«Abbiamo salutato con favore il fatto che al secondo turno una parte rilevante della coalizione che aveva sostenuto Antonello Natalicchio avesse dichiarato il sostegno a de Gennaro. Ma da qui a definirla convergenza mi pare eccessivo. Dopo di che alcuni autorevoli esponenti del Pd di Giovinazzo hanno dichiarato in varie forme il mancato appoggio a Daniele de Gennaro e l’hanno anche in qualche modo rivendicato. Cosa succede adesso? Noi faremo il nostro lavoro di opposizione all’amministrazione Depalma nei modi e nelle forme che concorderemo come opposizione, il Pd lo farà nei modi e nelle forme che concorderanno. Più che altro sono curioso di capire quali modi e quali forme sceglierà il Pd. Secondo me qualcosa di più rispetto alla linea che terranno si potrà capire nel momento in cui sapremo chi sarà il loro capogruppo».

Come giudica i primi passi dell’amministrazione Depalma bis?

«Come il Depalma uno. Con un aggravante: il primo Depalma era stato capace di sollevare un minimo di curiosità nella cittadinanza perché si era proposto come quello che rivoluzionava la politica; il Depalma bis nasce già, come si vede dalla giunta, su accordi ed equilibri interni alle otto liste, per cui bisognava accontentare Tizio, Caio e Sempronio. Segnalo come curiosità, rispetto al Depalma uno, il fatto che gli unici cambi in giunta abbiano riguardato le figure femminili, gli uomini sono rimasti al loro posto. Si potrebbe indagare sulla cultura che hanno per quanto riguarda il rispetto delle donne. Vorrei chiedere a Paladino e Pansini cosa ne pensano».

Come giudica il bilancio di SI dopo le elezioni comunali?

«Positivo, siamo uno dei pochi partiti e non liste civiche ad essere cresciuto dal 2012 al 2017, abbiamo preso il 2,5% in più. Il dato è quello di un partito in crescita che continua a lavorare. A settembre partiremo con una serie di progetti di tipo mutualistico e sociale. Su indicazione del partito nazionale la nostra sede verrà aperta per progetti di aiuto ai senza lavoro, e alle fasce più deboli della società come i bambini che non possono accedere al doposcuola per mancanza di risorse economiche».

Allargando lo sguardo all’orizzonte regionale. Che farà SI dopo le dimissioni di Santorsola e il rimpasto di giunta?

«Mimmo (Santorsola, ndr) ha deciso di non aspettare i tempi del rimpasto e di fare un passo indietro autonomo dimostrando di non essere attaccato alla poltrona. Al momento restiamo in maggioranza, ma molto dipenderà dai temi concreti su cui non abbiamo risposte: sanità, acquedotto pugliese, le crisi industriale aperte su cui la Regione non dice una parola. La nostra permanenza dipenderà da questi temi».

giovedì 20 Luglio 2017

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