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Panchina di piazetta Stallone: arrivano le assai tardive scuse del sindaco

La Redazione
La panchina di piazzetta Stallone
Per il Comitato per la salute pubblica c'è solo vandalismo istituzionale
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Bollato prima come atto di vandalismo, poi, a distanza di mesi come rottura accidentale. Stiamo parlando della panchina di piazza Stallone, appena ristrutturata e subito al centro delle cronache cittadine. Per la rottura, appunto della spalliera di una delle panchine appena posizionate. Anche un occhio meno esperto avrebbe potuto constatare che quella rottura, così netta e longitudinale, era con molta probabilità frutto di un «cedimento strutturale», di un difetto di stampo e costruzione, e non di un atto vandalico. Se tale fosse stato, quella spalliera l’avrebbe ridotta in più pezzi. 

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Ma il sindaco, ancora sulle ali dell’entusiasmo per aver appena inaugurato la «sua» velostazione (a proposito, chi ha le chiavi di quelle porte blindate?), e nella foga di cercare colpevoli, aveva subito additato a «bande» di ragazzi l’atto ignobile. Tranne poi scusarsi, ma da quel di Vicenza dove è stato ospite, con i giovani giovinazzesi per quelle accuse infondate. E per arrivare a tanto ha dovuto aspettare la rivelazione di un giovane cittadino, giovinazzese d’origine e residente nella città veneta, testimone quest’estate dell’episodio. «Di fronte a questa rivelazione, Depalma che fa? – chiede il Comitato per la salute pubblica – Assume e addita questo giovane come esempio di una generazione cui affidare la “preservazione delle nostre città e delle nostre bellezze”. Accipicchia: ma forse una domanda andava subito fatta. Visto il casino poi suscitato sui media locali da quell’episodio, immediatamente bollato da sindaco e assessori come esempio del peggiore vandalismo, forse valeva la pena fare una telefonata, magari di un post chiarificatore sui social? E invece nulla, silenzio. Intanto, sindaco e assessori promettevano visioni di telecamere, denunce e altro ancora e una intera città veniva portata fuori strada». 

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Le visoni di immagini registrate dalle telecamere ci sono state, visto la promessa di denunce e di congruo risarcimento danni evocati dal primo cittadino? Vien da chiedere, se sono passati oltre due mesi dall’episodio senza che si è mai venuto a capo delle responsabilità, le telecamere funzionano, registrano? Qualche breve immagine avrebbe chiarito tutto e subito. Ma poi – e questo è uno schema ben collaudato da Depalma – le dichiarazioni del primo cittadino passano ad altro. 

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«Il sindaco – scrive il Comitato – parte da piazzetta Stallone e atterra sul cimitero. E qui scatena le sue pulsioni peggiori. Si mette a parlare di “sciacalli” che non fanno il loro dovere pagati da una – testuale – “Maledetta Pubblica Amministrazione che il 27 paga tutti senza distinzione di merito”. Parla di “chi di competenza continua a guardare la luna piuttosto che dare dignità in alcune zone della necropoli”, di tante “anomalie” nel camposanto e di non aver timore “di beccarmi altre denunce da qualcuno di questi stipendiati senza onore”. Siamo alle solite». Con qualche aggravante in più, secondo il Comitato. «Oggi il sindaco ci confessa che il più delle volte abbaia inutilmente alla luna, che le sue maledizioni nei confronti dei vandali, la sue promesse di far parlare le telecamere, di assicurare la vigilanza sono tutte chiacchiere. Soprattutto ci rivela di essere letteralmente posseduto da alcune fisse. Cominciò con queste grida di vendetta nei confronti di qualche dirigente comunale il giorno stesso della sua riconferma come Sindaco, nel discorso di vittoria, e adesso conclude il suo mandato con le stesse inutili bestemmie istituzionali. I post del sindaco suonano solo vergogna – conclude il Comitato – Un sindaco ha ben altri mezzi istituzionali per far valere compiti e doveri ai pubblici dipendenti. Ma il peggio è che nessuno dei suoi prenda la parola per distinguersi da questi atteggiamenti che gettano una macchia sul Comune di Giovinazzo e sull’intera comunità. Pazienza con i vandali per strada. Ma non quelli che siedono a municipio, con tali volgari espressioni, pure lautamente stipendiate».

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lunedì 20 Settembre 2021

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