Cultura

“La gente per bene”, Progetto Socrate presenta il libro di Francesco Dezio

La Redazione
La gente per bene
Appuntamento stasera, venerdì 11 maggio, alle 18,30 in sala San Felice
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Fine del lavoro, disoccupazione endemica, polverizzazione sociale, illusioni perdute, vite spezzate, famiglie implose, irruzione ipertecnologica e strutture familiari e sociali arcaiche. Sono questi alcuni dei temi affrontati da “La gente per bene” (Terrarossa Edizioni), il libro di Francesco Dezio che sarà presentato stasera, venerdì 11 maggio, alle 18,30 in sala San Felice nel corso di un evento organizzato dalla associazione culturale “Progetto Socrate”. n

IL ROMANZO Un romanzo scomodo, dalla forma libera e aperta – si legge in una nota -, che fa ridere e riempie di desolazione, scatenato e beffardo, picaresco e incazzato, disperato e vitale, realistico e allucinato, perché bisogna attingere anche alla verità dell’allucinazione per poter descrivere una realtà simile a un’allucinazione. Una lingua in presa diretta, che ci fa vedere e toccare con l’effetto-presenza della letteratura cosa sta succedendo e bollendo nella pancia del nostro Paese e del nostro Sud, un libro che dovrebbe essere letto da tutte le persone che ne hanno a cuore le sorti.n

L’AUTORE Francesco Dezio è nato ad Altamura nel 1970 e ha esordito nel 1998 con un racconto nell’antologia “Sporco al sole”. Racconti del sud estremo (Besa). Nel 2004 ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Nicola Rubino è entrato in fabbrica, opera che inaugura una nuova stagione della cosiddetta letteratura industriale e ora riproposta da TerraRossa Edizioni. Del 2014 è la sua prima raccolta di racconti, Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta (Stilo), diversi dei quali già apparsi su quotidiani e riviste. Nel 2008 è stato ospite di cinque puntate della trasmissione Fahrenheit su Rai Radio 3. Ha collaborato con «l’Unità», «la Repubblica-Bari», «Corriere del Mezzogiorno». Il suo ultimo romanzo è La gente per benen

Con rabbia e ironia il narratore racconta il trascinarsi delle ore e dei giorni da disoccupato o come dipendente alle prese coi meccanismi insensati e truffaldini dell’imprenditoria, in una provincia specchio della nazione e sempre più abbandonata a se stessa. Dezio non si limita a raccontare la fine del lavoro e l’ingiustizia sociale, ma reinventa un linguaggio e una sintassi che sfruttano al meglio tutte le loro possibilità in un caustico romanzo che rilancia e porta avanti il discorso sulla precarietà, che sfoga l’amarezza per una politica inadeguata e per le disparità sociali che si perpetrano di generazione in generazione.n

venerdì 11 Maggio 2018

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