Cultura

Parte con l’Antigone di Sofocle “La Locomotiva” del liceo Spinelli

La Redazione
I ragazzi de "La Locomotiva"
Il 1 dicembre il debutto della compagnia teatrale fondata dagli studenti
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Si sono dati un nome impegnativo e per il debutto hanno scelto un testo un testo ricco di spunti di riflessioni. Promette di filare a tutto vapore "La Locomotiva" (omaggio consapevole alla canzone di Francesco Guccini) la compagnia teatrale fondata dagli studenti del liceo Matteo Spinelli che giovedì 1 dicembre debutterà con l'Antigone di Sofocle alle 19 all'auditorium don Tonino Bello.

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Il progetto

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In origine il progetto, partito tre anni fa per volere dell'assessore alla pubblica istruzione Michele Sollecito e grazie al contributo della compagnia "Senza Piume" di Damiano Nirchio e Anna De Giorgio, era limitato alla allora terza scientifico. Poi dall'anno scorso, visto il successo, è stato aperto a tutte le classi. «È stata una felice intuizione che testimonia ancora una volta la vicinanza concreta del comune al suo liceo. Siamo soddisfatti per aver ridato centralità agli studenti», spiega Michele Sollecito.

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Sono circa 20 i ragazzi attualmente impegnati, guidati dalla professoressa Patrizia Petta, referente dell'iniziativa, che ormai da un anno, due volte a settimana, stanno lavorando sul debutto dello spettacolo, un lavoro cominciato proprio dalla scelta del testo. «Abbiamo scelto il tema della legalità. I ragazzi hanno cercato testi classici che affrontassero il problema, ne hanno discusso e democraticamente hanno scelto quello di Sofocle», spiega Anna De Giorgio.

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Gli studenti hanno letto il testo, l'hanno riscritto rendendolo più attuale e poi si sono concentrati sulla messa in scena. Ognuno di loro ha dato il suo contributo: Serena si è occupata della drammaturgia; Daniela, Francesca e Melissa dei costumi e oggetti di scena; Mauro degli aspetti tecnici e della scenografia; Pasquale di audio e ricerca musciale; Lorena di assitenza alla regia, mentre Francesca della logistica. Poi c'è anche chi gestisce la pagina Facebook e la comunicazione. «L'obiettivo è responsabilizzarsi e autogestirsi – aggiunge la De Giorgio-. La compagnia teatrale assomiglia alla gestione della vita. Bisogna darsi degli obiettivi e provare a raggiungerli».

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La tragedia

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Antigone, che sceglie la morte pur di seppellire il corpo del fratello Polinice disobbedendo agli ordini del re Creonte, in scena sarà un'attivista dei diritti civili, emblema dell'emancipazione femminile e del rifiuto di essere soltanto mamma e sposa. Creonte invece sarà di volta in volta un cacciatore o un militare, figure legate all'idea del potere. Ben quattro attrici vestiranno i panni dell'eroina, mentre tre quelli del re di Tebe. 

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«Abbiamo scelto questa tragedia perché le tematiche sono moderne – osserva Pasquale-. C'è il conflitto generazionale tra genitori e figli ma si parla anche del ruolo della donna. E poi c'è il contrasto tra la legge non scritta della famiglia e quella dello Stato». 

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«Diversamente dagli altri spettacoli in cui ognuno di noi interpretava se stesso questa volta la difficoltà è stata immedesimarsi nel personaggio – aggiunge Serena-, capire l'intonazione e che peso dare alle parole», croce e delizia di ogni attore. «Quando fai teatro sei te stesso ma non lo sei – prova a spiegare Francesco-. Questo percorso infatti ci aiuta a conoscere noi stessi e ci fa crescere». 

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domenica 27 Novembre 2016

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