Cronaca

Sparatoria al campo sportivo, fu “spedizione punitiva” di Cosimo Cassano nei confronti del genero

La Redazione
Auto dei Carabinieri
Scattate di nuovo le manette per il pregiudicato bitontino 56enne. Arresti domiciliari per la figlia Maria Adelaide
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Chiuso il cerchio sulla sparatoria del 10 marzo scorso, avvenuta nei pressi del campo sportivo di Bitonto.

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I Carabinieri hanno arresto il suocero e la moglie del conducente il fuga. Le indagini dei militari di Molfetta e Bari San Paolo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari, hanno fatto luce sulla sparatoria che aveva visto coinvolta una coppia di giovani, oggetto di un agguato alle porte della città.

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Le prime indagini, condotte dai Carabinieri di Bari, avevano portato all’arresto del suocero del conducente dell’auto che, sotto i colpi di pistola, si era dato alla fuga fino alle porte di Bari. Per poco si era sfiorata la tragedia: un colpo aveva trapassato il cappuccio della felpa indossata dal giovane,  mentre la 20enne, che era in sua compagnia era finita in ospedale con una ferita di striscio al fianco.

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A finire in manette era stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, volto noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di detenzione illegale di arma clandestina. Il ruolo dell’uomo nell’agguato non era ancora ben chiaro agli investigatori che ora, dopo serrate indagini, sono arrivati a chiudere il cerchio, almeno in parte, attorno agli autori dell’agguato.

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Il suocero del giovane e la figlia Maria Adelaide Cassano avevano deciso di vendicarsi del tradimento del giovane che, sfidando una sorta di codice d’onore, aveva lasciato la moglie per stringere una relazione sentimentale con una ragazza di Giovinazzo, nonostante fosse stato richiamato più volte a tornare fra le mura domestiche.

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A corroborare la tesi investigativa degli inquirenti una telecamere posizionata a pochi metri dal luogo del tentato omicidio, che ha ripreso l'accaduto.

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I fatti
nEra la mezzanotte del 10 marzo quando, nei pressi del campo sportivo di Bitonto, il 28enne C.C., con precedenti penali, si trovava  all’interno della sua utilitaria in compagnia della sua attuale compagna, una 20enne incensurata di Giovinazzo. Ad un certo punto, da un’auto di colore scuro, partono dei colpi di pistola all’indirizzo del veicolo. Due degli occupanti (un terzo sarebbe in via d'identificazione) scendono dall’auto, mentre il terzo continua a sparare contro il veicolo. Cinque in tutto i colpi esplosi.

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Parte la fuga ad alta velocità in direzione Bari, con l’auto scura alle calcagna, fino a quando, all’altezza dell’hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di uno pneumatico la folle corsa s'interrompe e l’auto che inseguiva si dilegua.

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Il resto lo raccontano i due giovani. Le indagini erano partite subito serrate, da parte delle compagnie di Bari San Paolo e Molfetta, coadiuvate dalla sezione Investigazioni scientifiche del Comando provinciale di Bari, che dopo aver effettuato tutti i rilievi, soprattutto di tipo balistico, ha rinvenuto cinque bossoli calibro 7.65, un frammento di ogiva e frammenti di vetro. I Carabinieri, poche ore dopo, nei pressi di un campo in Contrada delle Rose, hanno ritrovato su un albero una pistola “Zastava” calibro 7.65, priva di cartucce.

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Confermato il movente della "spedizione punitiva", riconducibile all’astio provato da Cassano nell’ambito di dissidi familiari e relazioni interpersonali intrattenute dal genero, per il pregiudicato bitontino sono scattate nuovamente le manette, con l’accusa di tentato omicidio in concorso con la figlia, sottoposta agli arresti domiciliari.

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giovedì 6 Aprile 2017

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