Cronaca

Pista ciclabile Giovinazzo – S. Spirito, Antonella Laricchia del M5S chiede l’accesso agli atti

La Redazione
Pista ciclabile Giovinazzo - Santo Spirito
La richiesta sarebbe stata presentata l'11 novembre scorso
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Antonella Laricchia, consigliera regionale del M5S ha presentato lo scorso 11 novembre al comune di Giovinazzo una richiesta di accesso agli atti documentali relativi alla pista ciclabile che collega Santo Spirito a Giovinazzo, lungo il tracciato della vecchia Strada Statale 16 Adriatica. A riferirlo è il Meetup Giovinazzo 5 Stelle in una nota.

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«È una Ciclovia – scrivono gli attivisti pentastellati- che si snoda per cinque chilometri e 400 metri ed è un’opera, finanziata con fondo europeo di sviluppo eegionale Fesr 2007-2013, per un importo di 900mila euro (doveva essere ultimata entro il 2015 ma, ad oggi, ancora chiusa all’utenza). Oltre a prevedere il piano viabile, per le biciclette, i cordoli di protezione, i marciapiedi, l’illuminazione lungo l’intero percorso, il progetto doveva prevedere, secondo il codice della strada, la segnaletica orizzontale di delimitazione della banchina stradale, a ridosso del cordolo di protezione della pista, di almeno 0,50 metri, cosa che non è stata rispettata (la striscia bianca di delimitazione è stata posta, infatti, in adiacenza al cordolo per cui la larghezza della banchina è stata, di fatto, azzerata) per non porre fuori norma, a sua volta, la larghezza delle due corsie di marcia (già al minimo e pari a circa 3,25 metri e che, invero, dovevano essere di 3,50 metri trattandosi di strada urbana principale di scorrimento, percorsa, oltre che da traffico pesante, da autobus di linea, nei due sensi di marcia».

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«Dall’altra parte della sede stradale, larga non più di 5,00 metri (2,50 metri per corsia, cioè minore anche di 2,75 metri, previsti per strade urbane di servizio), non sussistono possibilità di allargamento, rendendo la stessa oltre che non a norma, soprattutto pericolosa (nei due punti di attraversamento, della stessa, in località Lido Lucciola e Toruccio, non sono stati posti neanche dei dossi artificiali, rallentatori di velocità, ai sensi dell’art. 179 del CdS, commi 4 e 5). Il progettista era tenuto a rispettare questi valori minimi, per non incappare in sanzioni legali ma era anche tenuto ad aumentarli in situazioni che richiedono, come quello in fattispecie, valori maggiori delle summenzionate grandezze».

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giovedì 17 Novembre 2016

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