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Richieste Reddito di dignità, il Movimento 5 Stelle «È una bufala»

La Redazione
I candidati del M5S con Luigi Di Maio
I pentastellati: «Abbiamo controllato di persona nei caf». L'assessore Michele Sollecito: «Giovinazzo non è una città di parassiti, su queste misure non si scherza»
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Non si è fatta attendere la replica del Movimento 5 Stelle sulla vicenda della richiesta dei moduli del Reddito di dignità, che oggi da Giovinazzo è rimbalzata in tutto il Paese. «Una bufala» l’hanno definita i pentastellati con un post apparso su Facebook.

«Da questa mattina in Puglia politici e giornali hanno lanciato una nuova bufala: fiumi di persone avrebbero preso d’assalto alcuni caf e centri per l’impiego per richiedere il reddito di cittadinanza», scrivono gli attivisti. «Abbiamo deciso – prosegue il post – di andare a controllare la situazione in prima persona. Dopo aver girato alcuni caf senza scorgere neanche lontani tentativi di “assalti”, abbiamo deciso di recarci direttamente a “Porta futuro”. Ingresso vuoto. Corridoi vuoti. (Dell’assalto e delle file interminabili mattutine, neanche un superstite). All’ingresso alcuni addetti ci hanno subito spiegato che “in realtà noi non abbiamo visto quasi nessuno, questa notizia ha lasciato di stucco anche noi”». Secondo quanto riportato dai Cinque Stelle quindi non ci sarebbe stato nessun “assalto” ma solo alcune persone che negli ultimi tre giorni si sono recate a chiedere informazioni generiche sul Reddito di cittadinanza.

Michele Sollecito: «Non siamo una città di indolenti parassiti»

Sulla vicenda si è registrato anche il fermo commento di Michele Sollecito, assessore ai servizi sociali di Giovinazzo «Non c’è nessuna nuova frenesia per il nuovo reddito proposto dai 5 Stelle, ma curiosità sì. E ieri e l’altro ieri, che ho avuto un ricevimento con il pubblico, consistente oltre i soliti chiarimenti sulle soglie Isee e altri parametri, la domanda dei richiedenti verteva poi sull’ipotetico futuro Reddito di Cittadinanza proposto dal Movimento. Ma nessun pugno sul tavolo o nessuna rivendicazione animata. Perché Giovinazzo non è una città di indolenti parassiti. Perché su queste misure non si scherza. Ci hanno consentito finora di gestire una situazione di tensione altissima vista la ormai cronica assenza di lavoro e occupazione per molti nostri concittadini. Sono scettico, per altri motivi, sull’effettiva inclusione sociale che tali strumenti vorrebbero raggiungere perché manca ad oggi una vera saldatura tra queste misure di welfare e il mondo delle imprese e del lavoro. E, fin quando sarà il pubblico a gestire i progetti di inclusione sociale, questi tirocini lavorativi avranno sempre un inizio e una fine. Quando, invece, sporadicamente il tirocinio è svolto in imprese private, accade che al termine del progetto si profili una reale assunzione. Spero che questo serva a dare la giusta chiave di lettura alla questione e che il delicato argomento non diventi una strumentalizzazione di tipo politico»

giovedì 8 Marzo 2018

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