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Gelati artigianali, interviene Francesco Pugliese: «No agli allarmismi»

La Redazione
Francesco Pugliese
Il presidente dell'Arac fuga le ombre: «Se i reati commessi fossero così gravi, l'attività sarebbe già stata chiusa. Così si rischia di danneggiare tanti bravi e onesti operatori»
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«No agli allarmismi». È questo l’appello di Francesco Pugliese a seguito dell’indagine sulle gelaterie pugliesi eseguita dai carabinieri del comando forestale di Puglia, che ha toccato anche Giovinazzo con la denuncia di un esercente. «Se i reati commessi fossero così gravi come quelli evidenziati l’attività sarebbe già stata chiusa – sostiene il presidente dell’Arac. Posso affermare con tutta tranquillità che con le leggi che ci sono oggi è veramente complicato commettere reati di questo tipo, anche perché i controlli sono molto frequenti. Poi è chiaro che se uno è colpevole ne paga le conseguenze, per esempio con la sospensione della sua attività».

Pugliese prova a fugare le ombre su una vicenda che ha scatenato, in particolare modo sui social network, un clima da caccia alle streghe: «L’allarmismo misto a “curiosità” e dietrologia, emerge soprattutto dai post con contenuti il più delle volte fuori luogo e, soprattutto, insignificanti – afferma Pugliese -. Inoltre dare notizie così generiche, specie in un centro piccolo come giovinazzo, è dannoso oltre che inutile. A parte il fatto che si parla solo di gelato, mentre la salute deve essere tutelata per qualsiasi prodotto e da qualsiasi operatore. Così invece si rischia di danneggiare gratuitamente tanti bravi e onesti operatori, che già soffrono pesantemente per la situazione economica generale l’enorme e intollerabile peso fiscale».

Il presidente dell’Arac spiega il suo punto di vista anche sul presunto uso di prodotti scaduti: «Non avendo visibilità dei verbali di accertamento, non è possibile stabilire la reale gravità del rischio occorso per l’utilizzo di materie prime scadute. Un uovo scaduto procura gravi danni alla salute, mentre la cannella scaduta al massimo non conserva la fragranza originaria. A tale proposito mi vien di pensare o che la presenza di una materia prima scaduta dieci anni prima possa configurarsi nell’ambito di un disegno criminale di reperimento sistematico di materiali scaduti oppure, come penso possa essere accaduto, si tratta di una materia prima colpevolmente dimenticata in laboratorio, ma non utilizzata».

Sulla sofisticazione dei prodotti biologici invece il presidente dell’Arac afferma: «Non mi risulta che a Giovinazzo qualcuno produca le materie prime che utilizza nella preparazione dei gelati. Di solito vengono acquistate, in quel caso è il produttore che certifica la natura biologica del prodotto»

lunedì 9 Ottobre 2017

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dario albrizio
dario albrizio
6 anni fa

uno ti vende del prodotto fatto con sostanze scadute e non è allarmismo?

Giovanni AMATO
Giovanni AMATO
6 anni fa

Egregio sig. Pugliese lei farebbe mangiare a sua figlia di tre anni la carne comprata da un macellaio che commette dei reati ma non così gravi ? Spero che lei stia scherzando o, secondo me, siamo al ridicolo. Dobbiamo aspettare che i reati diventino gravi ? Vogliamo i nomi delle gelaterie e che i consumatori poi decidano se farlo fallire o meno…io sicuramente mi manterrei alla larga. Tenga presente che questi lestofanti arrecano danni anche ai gelatieri onesti e corretti, semmai ce ne fossero.

Francesco Pugliese
Francesco Pugliese
6 anni fa

Al Sig. Albrizio dico solo che è esattamente come ha scritto. Infatti non è allarmismo produrre con materie prime scadute, ma è un atto gravissimo sanzionato pesantemente dalla legge.
Al Sig. AMATO avrei preferito non rispondere, perchè non si può essere così offensivi contro un'intera categoria, tra cui la stragrande maggioranza è fatta di persone serie e oneste, senza aver speso nemmeno un attimo per capire il senso di quanto dichiarato. E l'evidenza di ciò che dico è nell'esempio riportato. Proprio la carne è, infatti, una delle materie prime più a rischio, per cui non mi è chiaro se l'esempio riportato nelle precedenti mie dichiarazioni fosse di difficile comprensione ovvero se anche su questa pagina si voglia parlare “alla qualunque” senza alcuna cognizione di causa.

Francesc Pugliese
Francesc Pugliese
6 anni fa

Resta il fatto che gli uomini del Corpo Forestale avrebbero rilevato la presenza in laboratorio di un materiale non meglio precisato con scadenza di dieci anni prima. Non è dato sapere di che materiale si tratti e, soprattutto, se ne è stato accertato l'utilizzo. Questo è il fatto, sul quale mi è sembrato giusto intervenire per evitare che si creino inutili allarmismi, sapendo per certo che, se i riscontri degli agenti fossero stati anche minimamente rischiosi per la salute pubblica, l'esercizio sarebbe stato CHIUSO. E non mi risulta che ci siano esercizi chiusi. Tutto qui. Passo e chiudo.

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