La storia

Pasqua, ricomincia la magia delle bande di giro

Nicola Palmiotto
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La banda Città di Giovinazzo si prepara alla stagione 2017
Nicola Bevilacqua e Michele Marzella del "Città di Giovinazzo" raccontano gioie e dolori delle formazioni musicali di giro
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Le processioni di Pasqua segnano l’inizio della stagione delle bande musicali itineranti. Per tutta l’estate, orchestre di fiati e percussioni gireranno il sud Italia, scrivendo un’altra pagina di un romanzo tutto meridionale e molto pugliese. Un incanto che continua a ripetersi ogni volta che una serie di strumenti a fiato emettono all’unisono la prima nota. Purtroppo questo mondo ha risentito i colpi della crisi e man mano che passano gli anni resta in vita soltanto grazie alla strenua resistenza degli appassionati.

Tra questi ci sono Nicola Bevilacqua e Michele Marzella, rispettivamente amministratore e maestro del concerto bandistico “Città di Giovinazzo”. «Quello che ci manca sono i ragazzi – spiega Bevilacqua-. Oggi sono impegnati in varie attività e spesso mancano loro le motivazioni».

Rischia così di spegenersi un fenomeno che affonda le sue radici agli albori del secolo scorso: «Le bande itineranti nascono per divulgare il patrimonio della musica lirica tra chi non poteva permettersi di andare a teatro. Le prime formazioni erano composte da gente che aveva imparato a suonare uno strumento ma che faceva in realtà un altro mestiere. Nelle bande di giro però continuava a coltivare la propria passione», aggiunge Bevilacqua.

«Una formazione di fiati e percussioni esiste in diversi ambiti– afferma Marzella-. Per esempio le fanfare militari o le bande di carattere religioso, che eseguono un repertorio misto tra canti popolari o religiosi. Poi c’è un fenomeno tutto pugliese: quello di portare tra la gente le melodie del teatro, sostituendo ai cantanti le voci dei flicorni».

La stagione

I ritmi della banda di giro vanno di pari passo con quello delle stagioni. L’inverno si prova al chiuso, d’estate si gira per paesi e città. «A novembre ad Adelfia, nel corso della festa di San Trifone, c’è la vernice della futura stagione – spiega Bevilacqua-. C’è una sorta di fiera delle bande del mezzogiorno in cui ogni formazione presenta il proprio manifesto: vengono proposti il maestro, i solisti e il gruppo musicale. In questa due giorni affluiscono un po’ tutti i comitati delle feste patronali del sud Italia per avere i primi contatti. Poi la prima domenica di marzo c’è la festa patronale di Bitritto. A Pasqua ci sono le marce funebri durante i riti della settimana santa, e via via tutte le altre feste».

Circa quaranta persone (3 legni piccoli, 8 clarinetti, 4 sassofoni, 4 corni, 4 trombe, 2 tromboni, 5 flicorni, 4 percussioni, 4 flicornibassi) dunque si mettono in viaggio per due o tre mesi. Le bande più in voga come Conversano o Martina Franca, fino a qualche anno fa riuscivano a portare a casa 150-200 date. «Come Città di Giovinazzo nei primi anni 2000, allora c’era il maestro Giovanni Minafra, siamo riusciti a mettere insieme 70 date», afferma Marzella.

Stare in tour con la banda ha anche un risvolto formativo: «Intanto stare in giro è un’occasione per uscire e vedere posti nuovi, vivere due mesi in assoluta libertà con un minimo di ritorno economico-racconta il maestro Marzella-. Poi si tratta di un’esperienza professionale ed emotiva: si cresce come musicista e come uomo, perché bisogna adattarsi e sapersela cavare da soli. È una specie di militare: bisogna cucinare, lavarsi i vestiti. Il comfort è zero, si dorme dove capita: scuole, palestre, una volta mi è capitato di trascorrere la notte in quella che fino a pochi giorni prima era una stalla o sulla poltrona del sindaco nella sala consiliare di un comune»,

Frammenti di un’Italia del sud che ora però oggi è quasi scomparsa. «Il fenomeno – dice Bevilacqua- purtroppo va scemando, sono diminuiti i fondi dei comitati così come i giorni dedicati alle feste». La buona notizia è che da quest’anno la Città di Giovinazzo si è unita con la Giuseppe Verdi. «Ci tocca stringere i denti – sospira Marzella-. Il venerdì santo lo faremo a Bisceglie, poi abbiamo qualche contatto con Modugno. In previsione abbiamo le solite feste che si fanno a Giovinazzo. Però noi teniamo duro, per tenere in vita le tradizioni e perché in fondo ci piace».

venerdì 7 Aprile 2017

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