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“Giornata della memoria e dell’impegno”, il racconto di studenti e docenti giovinazzesi

La Redazione
Giornata della memoria e dell'impegno
A Bari hanno sfilato in 5mila. Michele Cortese: «Valeva la pena vivere una giornata come questa e gridare "no alla mafia"». Nicla Maldari: «Piantato un seme, con il tempo arriveranno anche i frutti»
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Dalla Puglia è arrivata una risposta fortissima contro tutte le mafie. Sono state 5mila le persone, tra studenti, insegnanti, rappresentanti delle istituzioni e associazioni e famigliari delle vittime, che ieri mattina a Bari hanno sfilato in occasione della XXII “Giornata della memoria e dell’impegno”, la manifestazione di Libera in ricordo delle vittime innocenti di mafia. Un lungo e coloratissimo corteo che dallo stadio della Vittoria è giunto in piazza Libertà. Qui, come accade ogni anno, è stata data lettura dell’elenco delle vittime.

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Se a Bari erano in parecchi a Locri, piazza principale dell'evento, secondo gli organizzatori c’erano 25mila persone, mentre sarebbero state circa 500mila le persone che hanno sfilato in tutto il Paese. Lo slogan scelto per il 2017 era: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”.

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«Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell'ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare», ha detto in apertura della manifestazione don Luigi Ciotti riferendosi alle scritte offensive comparse ieri a Locri.

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Il racconto dei 250 studenti giovinazzesi

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Tra i 5mila c’erano anche 250 studenti giovinazzesi, armati di striscioni e pronti a gridare a squarciagola il loro “no alla mafia”. Diversi pullman sono partiti alla volta del capoluogo, con a bordo studenti e insegnanti in rappresentanza degli Istituti comprensivi Bosco-Buonarroti e Bavaro-Marconi, del liceo Spinelli e dell’Ipsia Banti.

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«Mai come in questi momenti siamo tutti sotto lo stesso cielo – ha spiegato il sindaco Tommaso Depalma, intervenuto alla manifestazione insieme al vice Michele Sollecito e al presidente del consiglio Vito Favuzzi-. Riprendendo una degli slogan della manifestazione, dico che la mafia non si combatte con gli eserciti di poliziotti ma con eserciti di insegnanti. Ringrazio le scolaresche, che hanno dimostrato interesse, motivazione e grande rispetto».

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Che la giornata non sia stata una come le altre lo spiega Michele Cortese, studente della V AS del liceo Matteo Spinelli, rappresentato da circa 100 studenti e dai docenti Caccavo, Elia, Guastamacchia, Macina e Ricco.  «Valeva la pena vivere una giornata come questa – afferma con decisione Michele-. È stata una bellissima manifestazione ma soprattutto l’occasione di far sentire la nostra voce contro le mafie, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca accaduti a Locri. La cosa che mi è restata dentro? La gioia di gridare “no alla mafia” durante il corteo».

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Per l’Ic Bosco-Buonarroti sono intervenuti circa 70 studenti di 3A, 3B e 3C, accompagnati dalle docenti Valenza, Avitto, Depalo e De Ceglie. «Il momento più intenso è stato quello della lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie – racconta Rosalba Valenza-. I ragazzi hanno partecipato con un senso quasi di smarrimento perché questa era per loro la prima vera esperienza forte. Però sono stati attenti a cogliere il significato della giornata».

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La pattuglia giovinazzese è stata completata dalla rappresentativa dell’Ic Bavaro-Marconi, circa 60 ragazzi di 3B, 3C, 3D, accompagnati dai professori Maldari, Di Leo, Ragno e Manera. «Il corteo è stato molto partecipato, c’era tantissima gente, la Puglia ha dato una risposta molto forte – ha sottolineato l’insegnante Nicla Maldari-. I ragazzi sono stati felici di aver potuto partecipare ad un progetto grande per il quale erano stati già preparati. Marciare insieme a tanti ragazzi in una dimensione di così ampio respiro li ha fatti sentire protagonisti. Un seme lo abbiamo piantato. Con il tempo arriveranno anche i frutti».

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mercoledì 22 Marzo 2017

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