Politica

Piergiovanni: «La mia candidatura dalla parte della gente»

La Redazione
Nicola Piergiovanni
Il presidente del Consiglio comunale di Molfetta tenta il grande salto
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Ogni qualvolta, negli ultimi anni, abbia partecipato a una competizione elettorale, l’exploit è stato praticamente una regola. Ora Nicola Piergiovanni prova il grande salto. Candidato per il Pd alla Camera dei deputati, sta girando in lungo e in largo la provincia barese per raccontarsi e raccontare il suo impegno anche a chi molfettese non è. Una sfida all’insegna della passione e dell’impegno. Come ieri, come sempre.

Nicola Piergiovanni, cosa l’ha spinta ad accettare la proposta di candidatura?
Dinnanzi alla grande attestazione di stima e di fiducia proveniente dalla comunità politica alla quale appartengo, il Partito Democratico, che mi ha chiesto in maniera forte e compatta di assumere la grande responsabilità di rappresentare tutto il PD in questa difficile competizione elettorale, non ho potuto tirarmi indietro. Per me la politica è sempre stata mettersi al servizio del cittadino e del proprio territorio, e anche in questa circostanza la mia candidatura ritengo sia una opportunità per questa città affinché possa avere una sua rappresentanza forte e credibile in Parlamento. Io, come sempre, ci sto mettendo la faccia con la passione che mi ha sempre animato e mi fa piacere sentire crescere, di giorno in giorno, la fiducia attorno a me. Questo mi inorgoglisce e mi fa essere fiducioso sul risultato del prossimo 4 marzo.

Qual è il valore aggiunto della sua candidatura?
Questo non sta a me dirlo. Io posso solo dire di sentirmi profondamente legato a questa città e a questo territorio, e di essere sempre dalla parte dei cittadini, soprattutto dei più deboli e dei più fragili. Questa mia vicinanza alla gente, che dimostro quotidianamente sia nel mio impegno sociale che nella mia attività politica, è certamente un elemento che mi rende riconoscibile in città, e che mi ha fatto ottenere la stima e l’amicizia di tantissime persone, anche al di là dell’orientamento politico di ciascuno. Ecco, io metto a disposizione tutto me stesso in questa competizione elettorale, come sempre. Forse è questo il mio valore aggiunto.

Come procede la campagna elettorale? La vede un po’ diversa da quelle “solite” per le amministrative?
Guardi, chi mi conosce sa bene che per me non esistono i periodi di campagna elettorale e i periodi in cui non sto tra la gente. Scherzando con gli amici dico sempre che la mia campagna elettorale inizia il giorno dopo le elezioni, e finisce il giorno in cui si tengono le votazioni successive. Io non sono uno che si mobilita solo nei trenta giorni prima del voto, ma sono sempre a disposizione di tutti per 365 giorni l’anno, e quando arriva il periodo elettorale non faccio altro che raccogliere le attestazioni di stima e di fiducia che mi sono guadagnato giorno per giorno. Per me la campagna elettorale è così. Il mio “problema” (se di problema vogliamo parlare) è che la gente sa bene che il giorno dopo le elezioni, qualunque sia stato il risultato, mi troverà esattamente allo stesso posto in cui mi ha lasciato il giorno prima, e quindi io non posso né barare né prendere in giro nessuno, perché poi ne pagherei le conseguenze in termini di credibilità. E la credibilità personale, che mi sono guadagnato in tanti anni, è la cosa più preziosa che ho. Detto questo, è chiaro che è una campagna elettorale diversa dalle amministrative: non c’è il “corpo a corpo” per ogni preferenza tra tutti i candidati che scendono in campo alle comunali, ma io mi sto comportando esattamente come faccio ad ogni elezione, dando tutto me stesso per raggiungere un buon risultato non per Nicola Piergiovanni, ma per il Partito Democratico e per la coalizione di centrosinistra che è l’unica che può garantire un futuro di crescita e sviluppo per il nostro Paese.

Il Partito Democratico dovrà fronteggiare centrodestra e Movimento Cinque Stelle. Cosa pensa del rischio ingovernabilità?
E’ un rischio molto grande e molto concreto. Il PD, con la coalizione riformista che ha costruito, rappresenta l’unica forza responsabile in grado di assicurare un governo stabile all’Italia che sappia proseguire sulla strada già tracciata in questi anni e che, pur con mille difficoltà, ci ha portati fuori dalla più grave crisi economica che abbiamo mai vissuto. Al di là del Partito Democratico e del centrosinistra, c’è l’estremismo di una coalizione di centrodestra pesantemente condizionata da Salvini e dalla Lega, e il populismo e l’inaffidabilità del Movimento 5 Stelle che in ogni realtà dove amministra sta combinando disastri. Basti pensare alle condizioni di degrado in cui versa Roma, ma anche alle difficoltà che i pentastellati stanno incontrando a Torino o a Livorno. La verità è che sono del tutto inesperti e hanno dimostrato di non avere alcuna cultura di governo. Per questo l’unica scelta possibile non può che essere per il Partito Democratico. Ogni altra opzione rischierebbe di aprire scenari molto complessi.

Cosa può guadagnare Molfetta da queste elezioni politiche?
Molfetta può tornare ad esprimere una rappresentanza importante a livello istituzionale che consenta di ricostruire una filiera istituzionale di centrosinistra che partendo dall’amministrazione della città guidata da Tommaso Minervini e in cui il PD svolge un ruolo fondamentale, e passando attraverso la Regione Puglia guidata da Michele Emiliano, possa arrivare fino al Parlamento. In questo modo la città potrà raccogliere le grandi opportunità che si potranno aprire nei prossimi anni per potersi rilanciare e proseguire il grande lavoro che in questi primi mesi di amministrazione comunale abbiamo già messo in campo. Con una rappresentanza istituzionale forte è chiaro che la nostra città potrà giocare il ruolo da protagonista che merita, per la rilevanza che ha e per la storia che rappresenta. Per questo sono molto fiducioso per il consenso che andremo ad ottenere.

A Molfetta ha un bacino elettorale piuttosto consolidato. Come sta andando l’esperienza fuori Molfetta?
Molto bene. Con agli altri candidati del collegio, Francesco Spina per l’uninominale della Camera, e Loredana Lezoche, per l’uninominale del Senato, stiamo girando molto per tutti i comuni limitrofi, incontrando ovunque una grande ed entusiasta accoglienza. Tutto il territorio si sta mobilitando per queste candidature perché ci si rende conto che questa è una sfida di cruciale importanza per il futuro e bisogna mettere in campo ogni energia per poterla vincere. Ed è esattamente quello che sta avvenendo.

Binomio Piergiovanni-Lezoche per il Parlamento. L’avrebbe pensato solo due mesi fa?
Assolutamente no. Ma soprattutto perché io due mesi fa non avrei mai pensato di potermi candidare. Credo comunque che si debba parlare di un “tridente” perché non possiamo dimenticare il candidato alla Camera, Francesco Spina che sta mettendo in campo tutta la sua esperienza amministrativa e tutte le sue capacità per fare in modo che il PD si possa affermare in questo collegio. Per quanto riguarda Loredana, non la scopro di certo io: è di un entusiasmo esplosivo, è una fucina sempre in movimento di idee e di azioni concrete da realizzare. D’altro canto è a tutti noto il suo impegno nel campo sportivo, in quello professionale e in quello sociale e associativo, con il ruolo di presidente dell’Associazione Imprenditori di Molfetta che ha avuto il merito di rilanciare negli anni scorsi. Quindi anche Loredana è una grandissima risorsa per questa città e la sua candidatura non può che fare bene a tutta la politica molfettese.

Perché i cittadini dovrebbero votarla?
Per quello che ho fatto e faccio, da sempre, al loro fianco. Per la credibilità che credo di essermi guadagnato in questi anni, ma anche e soprattutto perché sono espressione di una squadra, quella del PD, grande e compatta, con mille competenze tutte pregiate e tutte da valorizzare. In questa campagna elettorale noi ci stiamo mettendo la faccia direttamente, ma alle nostre spalle c’è una squadra e una comunità che rema tutta nella stessa direzione. Non è più tempo di “uomini soli al comando”, ma di tante persone che collaborano insieme per raggiungere un obiettivo. Ed è quello che stiamo facendo noi, per il rilancio del nostro territorio.

Rischio astensionismo. Come indurre nuova fiducia nei giovani? E chi pensa possa essere più svantaggiato dal non voto?
Il rischio astensionismo c’è ed è alto. C’è molta sfiducia tra i cittadini e questo sentimento può facilmente sfociare nel non voto. Per far fronte a questo problema io ripeto spesso una frase che mi hanno insegnato da ragazzo: “se non ti occupi della politica stai pur certo che la politica si occuperà comunque di te”. E allora è giusto esserci e partecipare con il proprio voto a determinare il prossimo governo, in modo che la politica possa occuparsi del destino di tutti noi, seguendo le indicazioni che vorremo esprimere con il nostro voto. Questa è l’unica cosa che conta: partecipare al voto per decidere, non lasciando che siano altri a decidere per noi. Solo con questa consapevolezza si può sconfiggere l’astensionismo e una certa diffidenza nei confronti della politica.

Mi racconta un aneddoto speciale di questa campagna elettorale?
Ne potrei raccontare tanti perché questa esperienza è davvero entusiasmante e quotidianamente incontriamo decine e decine di persone, ciascuna con la propria storia e le proprie aspettative, ed è molto forte, per me, confrontarmi ogni giorno con i sogni ma anche con le paure per il futuro di tanti nostri concittadini, soprattutto giovani. Ma assicuro che l’esperienza più intensa di questi primi giorni di campagna elettorale l’ho vissuta a Bisceglie, durante il mio primo comizio in piazza. Non sono mai stato abituato a fare comizi, e salire su quel palco avendo davanti davvero migliaia di cittadini accorsi per sentirci, è stato molto bello. Ho avuto un attimo di esitazione per la grande emozione, poi ho rotto il ghiaccio, mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo e credo di aver contagiato tutti quelli che erano lì ad ascoltarci.

sabato 24 Febbraio 2018

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