Spettacolo

“Uno nessuno e centomila” con Enrico Lo Verso in scena all’anfiteatro sul lungomare di Levante

La Redazione
Lo Verso in "Uno nessuno e centomila"
Il 22 agosto l'attore siciliano si esibirà a Giovinazzo. L'assessore Sala: «Continuiamo a puntare su eventi di qualità»
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Il grande teatro arriva a Giovinazzo con Enrico Lo Verso. L’attore siciliano interpeterà Vitangelo Moscarda in “Uno, nessuno, centomila“, un testo tratto dal romanzo di Luigi Pirandello. Lo spettacolo, aperto al pubblico, andrà in scena martedì, 22 agosto, alle ore 21 nel nuovo anfiteatro sul lungomare di Levante.

Lo Verso, riadattando e rivedendo il classico testo dello scrittore siciliano – si legge in una nota diffusa dall’amministrazione comunale -, pone al centro della scena l’uomo di oggi che vaga nelle difficoltà della vita quotidiana alla ricerca di conferme esterne, sino alla conquista della consapevolezza del proprio ‘sé ‘ che è l’unico vero traguardo dell’esistenza. Le cento maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del sé autentico, vero, profondo. Da qui l’idea di una nuova e originale messa in scena, volta a rendere la ‘perennità’ del messaggio, l’atemporalità del protagonista che è uomo di ieri, di oggi, di domani.

«Siamo felici di ospitare nella nostra città un attore teatrale di grande qualità come Lo Verso – dichiara l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Giovinazzo, Daniela Sala -. Il suo spettacolo sarà certamente uno degli appuntamenti di rilievo della nostra estate. Nel solco di quanto già fatto precedentemente, intendiamo proseguire su questa linea selettiva portando a Giovinazzo eventi di qualità che possano attirare i turisti e soddisfare i loro palati. E siamo certi che Lo Verso registrerà un sold out di spettatori».

giovedì 10 Agosto 2017

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Michele Renna
Michele Renna
6 anni fa

Sarà pur vero, come molti sostengono – io non sono tra questi – che il liceo classico non serve a nulla ed il greco antico ancor meno; sarà pur vero – tra i pochi che lo sostengono ci sono anch'io – che l'impeto di esaltazione sciovinistica solitamente non è rispettoso di criteri etimologici o architettonici e tende a mutare, amplificandola, la natura stessa delle cose; ciò premesso, non saprei proprio a chi attribuire il “merito” di aver assegnato d'ufficio la qualifica di “anfiteatro di levante” a quella doppia fila parallela di panche di marmo sottoilluminate, che scenograficamente fanno la loro bella figura e a me personalmente piacciono anche, ma che con il Colosseo o l'Arena di Verona non hanno niente a che fare, né dal punto di vista etimologico né dal punto di vista architettonico

Michele Renna
Michele Renna
6 anni fa

(II parte) Ma, poiché mi rendo anche conto dell'immenso dolore che provocherebbe nei miei concittadini vedere il proprio “anfiteatro di levante”, appena acquisito, essere declassato a semplice “teatro” di provincia ed essere sottratto dal novero dei suoi più illustri predecessori di epoca romana, continuate pure a chiamarlo come vi pare, purché diventi un luogo dove si respira, insieme al salutare iodio, anche un po' di cultura, che non fa mai male. Buona estate e buona visione a tutti.

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